XXI secolo: il secolo delle donne!

Sarà dedicata alla donna l’edizione 2011 delle Giornate Internazionali di Studio organizzate dal Centro Pio Manzù di Rimini, che si terranno presso il Teatro Novelli dal 21 al 23 ottobre.

Titolo dell’evento: XXI femminile. Dal secolo breve al secolo delle donne. Risposte di genere al futuro dell’umanità. Ricco il programma delle giornate. Si tratterà di salute, educazione ed empowerment femminile, di violenza sulle donne. E ancora di diritto e di dovere della leadership femminile. Ma si parlerà soprattutto del contributo che le donne possono offrire alla pace e allo sviluppo nel pianeta attraverso un loro maggiore coinvolgimento nella sfera politica: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakkol Karman, le tre donne africane che quest’anno hanno ricevuto il Nobel per la pace, rappresentano un esempio concreto in questo senso.

emancipazione femminileIl XXI secolo, il secolo delle donne? Sì, perché dopo le basi gettate nel corso del Novecento per l’emancipazione delle donne, che le ha portate verso una maggior partecipazione alla vita pubblica, dove hanno dimostrato di possedere idee nuove, non si può più prescindere dalla presenza dell’“altra metà del cielo” nei luoghi decisionali.

L’altra metà del cielo […] ambisce alla governance dei processi economici, politici e sociali, conquista potere diffuso, impone nuove sensibilità, […]. Imprenditrici, professioniste, intellettuali, politiche, scienziate, manager, madri e figlie fanno opinione e decisione”, si sostiene nella pagina web dedicata all’incontro.

La XLII  edizione delle Giornate di Studio vedrà la partecipazione di numerosi esperti di tematiche di genere e uomini e donne che occupano posti di potere. Obiettivo delle giornate sarà fornire nuovi spunti di riflessione sul femminile e sul maschile di oggi, incentivando una cultura di genere non improntata sull’accentuazione delle differenze ma sulla valorizzazione delle stesse in un’ottica di scambio e arricchimento reciproco. Mi vengono in mente a proposito le parole di Simone De Beauvoir: “Per essere un individuo completo bisogna che la donna possa accedere al mondo maschile, come l’uomo al mondo femminile”.

Sono passati tanti anni da quando la mente illuminata di questa grande donna francese le ha espresse, tuttavia si tende ancora, per abitudine, comodità o paura, a tenere separate le sfere del maschile e del femminile, a fissare pesi e misure della Donna e dell’Uomo. Si fatica a riconoscere che uomini e donne condividono, chi più chi meno, spazi dell’anima simili, spostandosi continuamente ed in modo impercettibile lungo l’asse delle differenze di genere.

Tutti, in certi momenti, siamo un po’ più donne o un po’ più uomini. Non sarebbe ora di abbattere le etichette in nome della persona nella sua interezza, con le sue mille affascinanti sfaccettature senza dover per forza ridurla a maschio e femmina, con tutti gli attributi e fantasie che queste due parole portano con sé? Attributi e fantasie che sono serviti a giustificare le discriminazioni di solo una metà del cielo.

Mi auguro che queste giornate di studio riescano a far risuonare la loro goccia di pensiero anche fuori dalla sala in cui si svolgono. Che non sia insomma l’ennesimo incontro di e per pochi, che possiedono sì una nuova consapevolezza dei generi ma senza riuscire a comunicarla ai più.

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