Si è da poco concluso un movimentato week-end al Festival Internazionale del film di Roma. I film visti (da me) sono stati circa 9, qualcuno minato da pochi minuti di sonno che comincia già a scarseggiare. Ma non è dei film che si vuol parlare, di quello ne discutono tutti infatti…
Quello che voglio raccontare è cosa succede quando tutti gli occhi sono rivolti altrove, che tipo di personaggi si aggirano nelle sale e nei corridoi, cosa fanno gli attori quando non sono ufficialmente impegnati nelle promozione dei film. Ma andiamo con ordine: sabato mattina si è aperto con un furto di panda… L’occasione era un red carpet organizzato dal WWF e quindi la cavea dell’Auditorium era stata invasa per l’occasione da piccoli e teneri panda di plastica. Quello che però è sfuggito ai più è stata, poco dopo le 10 del mattino, l’irruzione in sala stampa di un agente della security che, brandendo un dei teneri cuccioli finti di cui sopra, ha esclamato: “Mancano dei panda!” e ha cominciato a perquisire la sala tra lo scompiglio generale.
Molti sono stati anche gli ospiti internazionali e nostrani in questi due giorni: da Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini, a Charlotte Rampling, Isabelle Huppert, Kristin Scott Thomas e le due superstar di nuova generazione Nikki Reed e Jackson Rathbone. Inutile parlare dello scompiglio portato dai due giovani (e bellissimi) attori di Breaking Dawn che ha scatenato una tempesta ormonale di ragazzine scatenate che hanno fatto tremare gli edifici di Piano. Quello che però ha sorpreso di più è stata la reazione di alcuni giornalisti (o sedicenti tali) davanti a grandi attori americani. Valga per tutti l’esempio di Ethan Hawke e di un fan giornalista vagamente morboso che a fine conferenza stampa ha attraversato tutta la sala Petrassi correndo in punta di piedi, brandendo un block notes con pennarello d’ordinanza e sussurrando tra sé con fare losco: “Ethan Hawke non mi sfuggirai…. muahahaha”…
Purtroppo però protagonisti del Festival sono stati anche malintesi, disorganizzazioni e errori nell’assegnazione dei biglietti degli spettatori paganti. Alcuni di loro si son visti vendere biglietti con posti non assegnati, il che ha implicato la visione del film letteralmente sulle scale laterali delle sale, altri invece hanno comprato biglietti gemelli (stessa fila e stesso posto), a causa di disfunzioni del sistema elettronico di assegnazione posti, molti altri ancora non sono riusciti a comprare i biglietti perché esauriti, quando invece le sale erano puntualmente vuote. I risultai di questi inconvenienti sono stati scompigli, litigi e minacce alla security, oltre che inevitabili ritardi delle proiezioni che finiscono per accavallarsi sempre di più.
Ma quando nei corridoi dell’Auditorium si incontra per caso Francesco Scianna che ti rivolge la parole chiedendoti se per caso “non ci siamo già visti da qualche parte”, tutto assume un’angolazione diversa e il Festival, per quanto disorganizzato, sembra più bello.