Con il primo sole sembra impellente e necessario il bisogno di abbronzarsi ricorrendo anche all’uso sempre più diffuso della lampada piuttosto che alle sconsiderate esposizioni ai raggi del sole nelle ore più calde. Quello che sembra essere un vezzo estetico in realtà si è rivelata una vera e propria malattia.
Uno studio sugli adolescenti pubblicato su Photodermatology, Photoimmunology & Photomedicine, a cura del prof. Giuseppe Monfrecola, Direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia e della dott.ssa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II, mette in guardia sulla pericolosità dell’esposizione sconsiderata ai raggi del sole, soprattutto per i giovani.
Uno studio condotto su 191 ragazzi tra i 16 e i 19 anni ha fatto emergere che il 17% non si cura del rischio che può comportare l’esposizione ai raggio solari, mentre il 35% ignora addirittura che tali rischi esistano.
La mania di abbronzarsi, chiamata tanoressia, è sempre più diffusa, e alla luce di questo studio la dottoressa Fabbrocini è sempre più fermamente convinta che l’informazione sia la chiave giusta per scongiurare abusi nell’esposizione e nell’utilizzo del lettino abbronzante.
Rendere il più possibile noti gli aumenti di tumori alla pelle legati ad esposizioni avventate potrebbe essere un deterrente efficace per la responsabilizzazione di ragazzi che vivono una fase delicata della vita e delle formazione.