Silvia Ziche una donna nata con la matita in mano

Quest’oggi, abbiamo la fortuna di ospitare una splendida ed interessante intervista a Silvia Ziche, famosissima disegnatrice/fumettista/artista che ci ha raccontato un po’ della sua vita e di quello che per lei rappresentano creatività e disegno. E non mancano i consigli per chi vuole avvicinarsi al mondo del fumetto, oltre ad alcune riflessioni davvero profonde ed illuminanti. Vi lasciamo alle parole di Silvia…

Silvia Ziche e il disegno, quando è nato questo amore?
E’ nato con me. Non ricordo niente di me, da piccola, se non me stessa con una matita, o dei pennarelli, in mano. Credo di avere sempre disegnato. Sicuramente ho imparato a comunicare prima con il disegno che con la parola.

Se dovessi definire cos’è la creatività?
Direi che è la facoltà di vedere quello che non esiste, o che non esiste ancora, e di raccontarlo agli altri. No, non solo raccontarlo: riuscire a farlo vedere anche agli altri.

Un consiglio per chi volesse diventare una professionista del fumetto?
Di questi tempi, mi pare di capire che sia piuttosto dura. Sento continuamente di ragazzi e ragazze che non riescono nemmeno a trovare un contatto con le redazioni. E’ difficile. Quindi, divido i consigli in due parti:

1) puramente teorici: disegnare tantissimo, non smettere mai. Copiare gli autori che vi piacciono, cercare di desumere la costruzione dei personaggi e degli ambienti, cercare di farla propria. Essere autocritici, ma tanto. Solo così si potrà sempre migliorare. E solo a quel punto, quando si è convinti di aver fatto il meglio che si potesse fare, provare a far vedere i lavori a qualcuno del settore. E poi leggere, leggere tantissimo, e andare al cinema, e tenersi informati, e parlare con le persone. Scrivere. Scriversi le storie: ma solo dopo aver letto tanto, e continuando a leggere quello che scrivono gli altri. In generale, se una persona sa disegnare, sarebbe buona cosa che riuscisse anche a scriversi le storie. E’ un consiglio che il grande Giorgio Cavazzano mi ha dato quando avevo quindici anni, e mi ha cambiato la vita.

2) consigli pratici: essendo oggi quasi impossibile avere un contatto con una redazione, una buona mediazione sono le scuole di fumetto. Gli insegnanti sono in genere dei professionisti, e sono in grado, se scoprono un genio, di presentarlo a qualcuno del settore. Oppure, se si è deciso di fare da soli, mettere insieme un book. Un buon book: solo le cose migliori, solo quelle passate al vaglio della peggiore autocritica.
E poi andare alle fiere. Luccacomics, Romics, Cartoomics, Napoli Comicon, e tutte le altre fiere di fumetto, di cui è facile trovare notizie online. Alle fiere ci sono gli stand degli editori, e ad ogni stand c’è qualcuno che può guardare i lavori degli aspiranti autori di fumetti.

Qual è la più grande soddisfazione che ti ha dato il tuo lavoro? E il traguardo raggiunto più importante?
Vedere le proprie cose pubblicate è bellissimo. Ma è ancora più bello incontrare persone che ti dicono che le hanno lette. Il traguardo più importante è il prossimo, quello che devo ancora raggiungere…

Credi che il Web nei prossimi anni cambierà definitivamente il mondo dei fumetti?
Lo sta già cambiando molto. Il web è uno spazio libero in cui chiunque può pubblicare le proprie cose. In un mondo in cui si privilegiano sempre di più i rapporti virtuali, è più facile che un editore voglia pubblicare un blogger di successo che un autore, magari anche geniale, che non ha mai pubblicato niente. E poi le cose più libere e nuove si trovano online. Certo, bisogna avere il coraggio di rischiare, di mettersi in gioco, senza alcuna prospettiva di guadagno. E bisogna essere bravi, per essere notati in quell’oceano sconfinato e disordinato che è il web.

Quanto contano: tecnica, tenacia e creatività in quello che fai?
Contano, eccome se contano. La creatività, il fatto di saper raccontare una storia, o disegnarla, uno un po’ se lo ritrova: si può educare, migliorare con la tecnica, e promuovere con la tenacia. Ma farla uscire dal nulla, no, è difficile. Un po’ di predisposizione ci vuole. Il resto è un lavoro duro e continuo per migliorare sempre di più.

Qual è la cosa che più di ogni altra ti stimola?
La curiosità direi. Vince anche sulla mia pigrizia. Apre gli orizzonti. E’ fondamentale per chiunque voglia raccontare delle storie. Potrei persino allargarmi a dire che è fondamentale per vivere, insieme a una buona dose di autoironia.

Da “esperta”, c’è oggi un disegnatore in Italia con un grande futuro?
Sicuramente me ne sfuggono un sacco, acquattati da qualche parte nel web (io più che navigarci, ci affogo). Mi piace molto Makkox. Ma mi perdonino gli altri, quelli bravissimi che sicuramente ci sono, ma non sono riuscita a vedere.

La tua miglior “idea”…
La sto aspettando E che spero arrivi in fretta. Lo spero tanto.

E parlando di Silvia Ziche donna, a cosa non rinunceresti nella tua vita e nel tuo essere donna?
Domanda difficile. Qualche anno fa, quando parlavo solo di Massimi Sistemi, avrei detto che non avrei rinunciato a niente. E ci credevo. Ora… mah. Posso dire che se avessi avuto dei figli, probabilmente avrei perso colpi sul lavoro. Quindi delle rinunce ci sono state, anche se dettate dal caso e dagli accidenti della vita, più che da una volontà e da un progetto razionale. Come spesso accade. Poi una, alla fine, si ritrova a giocare con le carte che ha in mano. Ecco, ora ho la risposta alla domanda: non rinuncio a giocare le carte che ho in mano.

Infine, secondo te, qual è la prima arma per conquistare un uomo?
La personalità. La completezza. La coscienza di sé e del mondo. Se l’uomo di fronte a questo scappa, non valeva la pena di conquistarlo.

 

 

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