L’utilizzo del computer per la scrittura, sia professionale che privata, ci ha disabituati alla penna. Penna e tastiera non sono semplicemente due strumenti diversi per scrivere, essi sono come delle porte che si aprono su due mondi diversi. Proviamo a riflettere un po’ su queste diverse modalità di scrittura, in particolare sull’utilizzo della penna. Quest’ultimo è caratterizzato principalmente da quattro elementi: ampiezza del gesto, velocità del gesto, tipo di penna, tipo di carta.
Vediamo il primo elemento: l’ampiezza del gesto.
Lo scorrere della penna sul foglio implica lo spostamento della mano e una leggera apertura del braccio. Ci si sposta nello spazio all’interno del foglio, ci si allarga, il movimento della mano è più o meno rotondo a secondo della propria grafia. La scrittura a mano è rivelatrice.
Per esempio, l’occupazione del foglio rivela aspetti della nostra personalità. Possiamo occupare la parte alta o bassa del foglio, avere margini diversi, magari un margine ampio a sinistra e un margine inesistente a destra o altre possibili combinazioni. E poi abbiamo la dimensione della scrittura, che può essere piccola o piccolissima, media o grande; anche questi sono elementi che rivelano chi siamo, o meglio, come siamo.
Tutti questi elementi e molti altri vengono studiati dalla grafologia, una vera e propria scienza che studia il segno grafico della scrittura.
Vediamo il secondo elemento: la velocità del gesto.
Si dice velocità, anche se per la scrittura a mano questa velocità rispetto alla velocità di digitazione su una tastiera è considerata lentezza. Diciamo allora che la scrittura a mano è lenta, essa lascia il tempo per pensare e anche per sbagliare e se si cancella si vede (a meno di fare prima una brutta copia e poi ricopiare in bella). Le varie grafie si differenziano anche per la velocità; c’è chi scrive più velocemente, perdendo magari la definizione di alcune lettere o saltandole del tutto, e leggerle a volte implica uno sforzo interpretativo e una decodificazione a volte impossibile (pensate a certe grafie dei medici, tanto per fare un esempio).
Altre grafie, invece, sono più lente, le lettere sono tutte ben riconoscibili, sono più tonde rispetto a quelle veloci, ecc. Tutte queste particolarità rivelano, ancora una volta, la nostra personalità e sono studiate e misurate dalla grafologia.
Quindi vedete che scrivere a mano, cioè utilizzare la penna anziché la tastiera, non è cosa da poco, perché utilizzare la penna significa utilizzare maggiormente il corpo e il corpo, più delle idee, è rivelatore.
Una persona che leggerà una nostra lettera scritta a mano saprà di noi molte più cose, rispetto al caso in cui la lettera sia stata redatta su Word e poi stampata. In quest’ultimo caso leggerebbe ciò che sono le nostre idee, il nostro pensiero, avrebbe elementi per valutare il nostro lessico e la nostra prosa, la nostra capacità di scrittura, la nostra capacità di sintesi e di chiarezza di espressione, ecc. Ma nel primo caso, nel caso ricevesse lo stesso testo, a livello di contento, ma scritto a mano e non stampato, allora, oltre agli elementi precedenti, avrebbe molti altri elementi per capire la personalità dell’autore, senza necessariamente essere un esperto grafologo.
Ma vediamo il terzo elemento dell’utilizzo della penna, che è la scelta della penna stessa.
Non tutte le penne sono uguali. Questa affermazione sembra una banalità, ma non lo è. Per esempio, per quale motivo alcune persone sono affezionate all’inchiostro blu e altre all’inchiostro nero? Ci sarà un motivo. Al di là del rosso, che ci ricorda troppo le correzioni della maestra, ma, per esempio, il verde, che pure esiste come inchiostro, come mai non viene molto utilizzato?
Ma utilizzando la penna non solo scegliamo il colore dell’inchiostro, ma anche il tipo di penna: stilografica, a sfera o il tratto-pen o altri tipi di punte di ultimissima generazione. Inoltre, possiamo scegliere anche la grandezza della punta, sottile, media, grossa. Possiamo addirittura scegliere di scrivere a matita; ci sono infatti persone che non usano quasi mai la penna per scrivere appunti o messaggi o altro, ma solo la matita. Ci sarà un motivo.
Infine, il quarto elemento: il tipo di carta.
Ognuna di noi è appassionata a un tipo particolare di carta, è così. Possiamo scegliere una carta più sottile o più spessa, possiamo utilizzare la carta bianca semplice, quella per ufficio, o usare una carta più pregiata. E perché non dei fogli colorati, un verde, un azzurro o un rosa tenue, dipende. Oppure, per lettere di una certa importanza, possiamo scegliere carte veramente pregiate, magari filigranate o con particolari fregi a lato, ecc.
Insomma, come vedete il mondo della scrittura a mano è un mondo completamente diverso dalla scrittura digitale. Un mondo che, purtroppo, abbiamo perso per strada e che invece, a mio parere, andrebbe ripreso e riscoperto o scoperto totalmente da parte dei giovanissimi che sono nati con in mano una tastiera prima ancora della penna.
Con questo post spero di avere suscitato in voi un po’ di nostalgia per la penna e la carta, questo perché nel prossimo vorrei parlavi di “lettere d’amore” e cosa c’è di meglio di una lettera d’amore scritta a mano?
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