Da un maestro misterioso e poliedrico che tutto il mondo ci invidia, ci si può aspettare di tutto, e così, anche a diversi secoli dalla sua morte, opere misteriose e affascinanti, da lui realizzate, arrivano alla luce grazie a ricerche e anche “confessioni” di privati, collezionisti di vere e proprie rarità. L’artista in questione è, ovviamente, Leonardo Da Vinci, e l’opera, ultima delle quali si va ad aggiungere all’affascinante opera omnia dell’artista italiano più amato nel mondo, è un ritratto di Isabella d’Este, datato 1514 e ritrovato in un caveau svizzero. Il ritratto della nobildonna italiana vedrà, nel ogiorni e per la prima volta da quando fu dipinto, un museo.
La ricerca di quest’opera nasce da una ricostruzione storica che può essere paragonata ad un thriller, ed era partita anni fa dallo studio di un cartonato preparatorio conservato al Louvre e risalente al 1499, anno in cui il maestro Da Vinci era residente a Mantova, presso i Gonzaga. Dopo diversi rinvenimenti di lettere della signora lombarda che chiedeva a Leonardo di “colorare” il ritratto, tutte le tracce storiche del dipinto erano andate in fumo, perdendosi nel tempo e nell’oscurità dei secoli trascorsi. SI era addirittura pensato che questo ritratto di donna di cui si parlava nella corrispondenza epistolare di Isabella con Leonardo altri non fosse che la Monnalisa, la Gioconda. Poi tre anni fa circa il prezioso ritrovamento in una collezione privata di una famiglia svizzera, che risiede tutt’ora a Turgi, nel cantone Argovia.
Dopo il ritrovamento e tre anni di studio sul dipinto, è ormai indubbio che si tratti di un originale, così come racconta al Corriere.it il professor Carlo Pedretti, massimo studioso di Leonardo, che tuttavia invita alla calma: “…dopo tre anni e mezzo di studi, ci serve ancora una manciata di mesi per definire quali sono le parti aggiunte dagli allievi e proporre di cancellarle”. Ebbene si, perché il dipinto cominciato da Leonardo, fu poi ultimato e “arricchito” dai suoi allievi, ma, essendo di realizzazione precedente ai suoi grandi capolavori (come la Gioconda appunto) questo ritratto di Isabella d’Este potrà rivelarsi fondamentale per lo studio dell’evoluzione dell’arte leonardesca.
Il ritratto della Gioconda è quello di Pacifica Brandani amante di Giuliano de Medici a breve libro IL VERO CODICE DA VINCI di Agostino de Santi Abati