Si sono spenti i riflettori sulla prima serata, di ben cinque (!), della 62ma edizione del Festival della Canzone di Sanremo.
Una premessa: non l’ho visto, non seguo il festival da anni, amo la canzone d’autore e, di fatto, non sono affatto attirato da questa manifestazione.
Tuttavia non posso sfuggire al tam tam pubblicitario e d’“informazione”: così sono aggiornato sui generosi compensi corrisposti ai vari protagonisti, sulle entrate pubblicitarie, sulla “rinuncia” di altri appuntamenti televisivi nella stessa Rai e addirittura su altre reti: una tra tutte “striscia la notizia”.
Come del resto sono informato e tempestato di spot pubblicitari di mamma Rai che mi ricordano di pagare il “Tributo” annuale (cosa che accade puntualmente): ciò che in passato hanno chiamato Canone, Abbonamento ma, di fatto, una coercizione per una Tv di stato (in tal caso va bene scriverlo in minuscolo) “indipendente” (solo perché “assegnata” in modo quasi paritario ai vari partiti politici).
Se già mi giravano le scatole sapendo che del mio denaro, il Tributo finisce tutto nelle casse Rai e non all’Erario, è consentito ad alcuni farne incetta perché bravo presentatore, cantante o show girl o peggio, opinionista, il giramento ha assunto velocità vorticosa nell’apprendere che uno dei tanti predicatori mediatici, il sig. Celentano (del quale posso anche apprezzarne le qualità di cantante e condividere le radici del suo pensiero) abbia deciso per le sue prediche di accordarsi un ancor ben più cospicuo compenso. E non lo salva l’aver scelto di destinarlo in beneficenza (obbligatemi e mettetemi a disposizione i 112 e passa euro del Tributo all’anno e vi assicuro che ho conoscenza di realtà, e famiglie, davvero bisognose di quel denaro). Il tutto, lo ricordo a me stesso, in questo tempo di crisi e conseguenziali ristrettezze con richieste di più sacrifici.
Il giramento questa mattina, vedendo in Tv e ascoltando per radio i diversi notiziari sulla prima serata del festival, è diventato dolore e, non esagero, rabbia. E ciò perché il predicatore atteso non ha risparmiato di buttare veleno, con frasi ad effetto, pause e quant’altro, su chi (Famiglia Cristiana ed Avvenire, delle quali – sia ben chiaro – io stesso non ne condivida appieno ogni intervento) si è permesso sottolineare quanto poc’anzi anche da me espresso: perplessità sui generosi compensi, derivanti da denaro pubblico; da quegli stessi soggetti “obbligati” a pagare, sostanzialmente, una tassa di possesso (come se tutti possedessero un solo televisore o una sola radio, e tutte uguali).
Facile predicare da quella platea, facile versare fango su chi, davvero in modo indipendente, esprime, a mio avviso, corrette osservazioni sulle modalità con le quali il denaro pubblico viene sperperato (e mi riservo, in altra circostanza, di esprimere qualche dissenso verso programmi del tipo “l’isola dei famosi”).
Ma è davvero questa la Tv di stato (ancora in minuscolo) che desideriamo e per la quale “contribuiamo” in modo coercitivo? E’ davvero questa Tv espressione di indipendenza?
“Un tributo a chi dopo 150 anni non ha mai smesso di unire gli italiani” (recita così uno dei passaggi dello spot Rai – costato 300mila euro): questa mattina mi sento davvero “unito”, vicino a tanti italiani.
E le scatole continuano a girare con il rischio che il vortice non si plachi per almeno altre quattro mattinate!
perces*
*Contributo che un nostro lettore ci ha inviato e che riteniamo un’analisi da condividere con tutte voi.
CREDO CHE QUESTO SOMIGLI SEMPRE PIU’ ALLA RUSSIA DI STALIN .
TASSE- TASSE- TASSE-E TASSE CHE SONO UN CONTI NUO FURTO .
PAGANDO IL ” COSIDDETTO CANONE SPECIALE” LA RAI GARANTISCE L’UTILIZZO DEL COMPUTER SENZA DOVER PAGARE ANCHE LA LINEA TELEFONICA ?
CON LINEA TELEFONICA E COLLEGAMENTO INTERNET SI PUO’ LAVORARE , SENZA E CON SOLO PAGAMENTO CANONE COMPUTER POSSO BUTTARLO NELLA SPAZZATURA COME LA GRAN PARTE TRSMISSIONI RAI
VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
TUTTO VERO . DIFFONDETE COMMENTO A
ASSOCIAZIONI CONSUMATORI PER COMBATTERE CON
TRO PREVARICAZIONI.