C’è un’aria malinconica oggi all’Auditorium. Il Festival romano, così atteso, è giunto al suo settimo giorno, e si vede già all’orizzonte la fine di un’altra grande avventura che nonostante le delusioni per le star annunciate e poi mancate ha riservato comunque grandi sorprese.
Oggi i film presentati in concorso sono due, uno proveniente dalla Francia, Un Enfant de Toi, e l’altro dagli Stati Uniti, per mano di un illustre ‘figlio di’, tale Roman Coppola, grande sceneggiatore per Wes Anderson e tornato alla regia dopo qualche anno di assenza.
Il film francese, diretto da Jacques Doillon, racconta la storia di una coppia separata che cerca la forza e la motivazione per tornare insieme e dare una famiglia normale alla loro figlia di sette anni. Il film si sviluppa lungo una direzione ben precisa: quella del dialogo.
I due protagonisti parlano ad oltranza del loro rapporto, di quello che li divide e di quello che li unisce, della loro condizione dei loro rapporti con altri e di tutto ciò che passa loro per la testa in una sorta di discorso surrealista che procede senza mai andare avanti.
Il film, che mostra molti aspetti interessanti è però decisamente troppo lungo e forse l’attenzione dello spettatore non è catturata per tutta la sua durata, ben 140 minuti.
Dall’altro lato abbiamo invece Roman Coppola, figlio del grande Francis Ford, che partecipa al Concorso con il film A Glimpse inside the Mind oh Charles Swan III. Se è vero che il nome di papà ha aiutato Roman a far strada, così come accaduto anche a Sofia, è pur vero che i geni dei Coppola sono una garanzia.
Il film si dimostra un divertito e originale racconto dell’elaborazione di una separazione, una storia d’amore che parte dal momento dell’abbandono da parte di lei della casa comune per poter poi procedere, attraverso le visioni e l’immaginazione del protagonista, verso un epilogo chiarificatore.
Un piccola curiosità riguardo a questo film, confessata dal regista stesso in conferenza stampa, è che la casa del protagonista, originalissima e piena di suppellettili, è effettivamente la casa di Roman Coppola, adibita per l’occasione a set naturale per ospitare il film. Protagonista indiscusso è Charlie Sheen che interpreta il suo omonimo con una naturalezza tale da sembrar fondersi con il personaggio.
A questo punto del festival, con un solo film in concorso ancora da vedere, il quadro di vincitori possibili e probabili è sempre più chiaro.
Mentre si continua ad aggirare per l’auditorium il regista di Marfa Girl, evento sintomatico di un eventuale premio che potrebbe essere ritirato alla premiazione di sabato, il titoli più quotato per il Marc’Aurelio d’Oro resta Alì ha gli occhi azzurri, mentre per la migliore interpretazione femminile si fa avanti il nome di Margarita Saldana, splendida protagonista di Mai Morire. Aspettiamo ancora un poco… per avere un quadro più chiaro della situazione.
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