Viviamo in una società e in una cultura che privilegia l’apparire piuttosto che l’essere. Siamo immersi in un clima nel quale respiriamo quotidianamente il richiamo ad essere belli, vincenti e a perseguire il successo. Le sollecitazioni dei media in queste direzioni sono martellanti e, per le ragazze, l’ideale di bellezza, omologato a quello di magrezza, è in primo piano. Di fronte agli strumenti deboli che molti giovani hanno a disposizione nel proprio bagaglio emotivo e psicologico, l’adesione a questi modelli appare loro l’unica modalità utile per sentirsi più proponibili e accettabili.
Le principali caratteristiche dei disturbi alimentari possono essere riassunte come segue:
- Presenza di comportamenti alimentari anormali: digiuni, abbuffate, alimentazione incontrollata (binge-eating);
- Altri comportamenti anormali quali: vomito indotto, abuso di lassativi o diuretici, eccessivo esercizio fisico;
- Problemi di salute fisica dovuti ai comportamenti di cui sopra (amenorrea, aritmia cardiaca, ipocalemia, osteopenia, erosione dello smalto dei denti, ecc.);
- Eccessive preoccupazioni per il peso, la forma e l’alimentazione.
Cibo e corpo sono diventati bersagli per le patologie legate al comportamento alimentare, strumenti alternativi per dimostrare di esserci e ricevere attenzione.
I disturbi dell’alimentazione sono diventati il punto di incontro di una serie di difficoltà che si presentano ai giovani d’oggi: dalle ricadute dei miti effimeri della nostra epoca, alla patologia delle relazioni familiari, alle esperienze traumatiche vissute nel corso della crescita, alle aspettative troppo grandi di cui si sentono fatti oggetto.
Non va mai sottovalutato il comportamento di un figlio che inizia a prestare un’attenzione eccessiva a quel che mangia; quando ci si accorge dell’instaurarsi di quella “mentalità da dieta” che avrà come conseguenza inevitabile la restrizione alimentare.
Oltre ai segnali alimentari, sono altri i segni che si possono scorgere nella vita dell’adolescente: l’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo mai vissuti con serenità e motivo, dunque, di continua critica e insoddisfazione; i rapidi cambiamenti dell’umore e l’irritabilità; i sintomi depressivi, come la perdita del desiderio per le amicizie e gli svaghi; i rituali ossessivi, come il lavarsi troppo spesso le mani, la necessità di un ordine perfetto e sempre secondo i medesimi schemi; un’ossessiva esigenza di mantenere un rendimento scolastico a livelli molto alti; l’eccesso di attività fisica.
Situazione indicativa della possibile presenza di bulimia potrebbe essere: una persona che mangia molto ma non aumenta di peso e magari si alza da tavola per andare in bagno dopo il pasto.
Il ruolo dei genitori è determinante nella presenza di patologie legate ai disordini alimentari. E’ necessario che essi rivolgano la propria attenzione alle prospettive dei loro figli: ai loro progetti, ai loro desideri, ma anche, e soprattutto, alle loro difficoltà e mancanza di autostima.
E’ importante che abbiano la consapevolezza che possono essere loro artefici del recupero dei loro figli, gli alleati fondamentali degli specialisti per la cura dei disturbi dell’alimentazione nel recupero da queste gravi patologie. Occorre che considerino quanto i sintomi dei figli altro non sono che la punta dell’iceberg di una condizione che ha radici molto più profonde. E’ a queste che va posta attenzione e non tanto a quello che una ragazza (o un ragazzo) mangia o non mangia. Inoltre, un costante atteggiamento di valorizzazione aiuta i figli a costruire un’immagine interiore di sé positiva, sulla quale trovare appoggio per far fronte ai falsi miti del tempo in cui viviamo.
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