Dopo aver gridato tutta la notte, posso solo scrivere le fantastiche emozioni che ci ha regalato il gruppo numero uno in Italia, i Negramaro. I sei ragazzi hanno suonato e cantato ininterrottamente per tre ore tutte le canzoni del nuovo album casa 69 e alcuni dei più importanti singoli dei precedenti dischi.
All’apertura del concerto un uomo vestito da astronauta e alle sue spalle tre schermi con immagini a ritmo di musica: singolo iniziale pensavamo tutti fosse Apollo 11 e, invece, il caro Giuliano Sangiorgi ci ha deliziato con “Sing-hiozzo”.
Un brivido ha percorso la mia schiena quando ho sentito emettere la prima nota della canzone. Come tanti altri fan avevo paura che dopo l’intervento alle corde vocali, quella voce graffiante fosse cambiata, che non fosse più l’inedito timbro di Giuliano. Nonostante avessi già sentito un’ottima interpretazione al programma “Il senso della vita”, temevo nel cambiamento. Per fortuna non è stato così, anzi forse era proprio Giuliano ad essere emozionato e a non volerci deludere; dal terzo pezzo in poi si è lasciato completamente andare a salti, urla e acuti degni della sua voce.
Oltre che ottimi musicisti, i Negramaro sono bravi intrattenitori; il solista ci ha sorpreso con footwork simil Michael Jackson, il chitarrista Mr. Lele roteava con la sua chitarra in maniera incontrollata, il bassista si buttava sulle ginocchia, il batterista suonava con una forza incredibile e il fantastico tastierista produceva rumori e suoni da paura.
Spazio e tempo i due temi ricorrenti durante tutta la serata, ma non come argomenti a se stanti bensì come entità vissute dall’uomo. Il numero 69 è infatti il civico dell’appartamento dove i ragazzi vivono e condividono la passione per la musica; un concetto molto caro al gruppo che viene rappresentato nella copertina dell’ultimo album. Un uomo per esistere ha bisogno della comunità come il cuore, per battere, deve esser collegato ad un organismo (da qui l’idea di un uomo-cuore vetrificato).
La band ha mostrato i propri valori anche con interventi sull’ultima catastrofe abbattutasi sulla Liguria e il Nord Italia. Giuliano ha dedicato una strofa al pianoforte citando in inglese “Stop the rain”. Importante è stata la partecipazione di Michele Placido che ci ha fatto riflettere con un’interpretazione recitata di Londra Brucia e poi ha espresso la sua vicinanza alle vittime dell’alluvione con la poesia “Silenzio”.
Bellissima poi la performance di Andrea Mariano con il suo tocco “magico” ha suonato un’arpa laser producendo una melodia davvero singolare. Uno strumento d’impatto visivo e sonoro che non avevo mai visto in altri concerti prima d’ora.
Artisti a trecentosessanta gradi, i Negramaro, curano video, grafica CD, organizzazione di tutti i concerti, nonché brani musicali supportati fisicamente da un preparato staff di addetti regia, montaggio, body guard ecc…
Già non vedo l’ora di partecipare al prossimo concerto!
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