Cappotto lungo nero, un po’ in stile negromante alla Signore degli anelli, lentina blu nell’occhio destro e orecchino sinistro a forma di croce. Chi è? Ma è facile… Max Gazzé, ovvio, con la sua Sotto casa.
Apri un istante e ti farò vedere io, dice Max: canzone ben ritmata, orecchiabile e che fa saltare sulla sedia il pubblico in sala. Il synth è attivo sul sottofondo, le trombe pronte a risuonare sul senso della vita narrato da Gazzé e le chitarre distorte al punto giusto.
Ma… dov’è Max? Dov’è finito? Gazzè è decisamente maestro di cerimonia all’Ariston: scompare dalle telecamere e si prende la libertà di scendere dal palco, camminare nel pubblico, dirigere l’orchestra e prendere per mano Fabrizio Frizzi e portarlo a ballare.
Nulla da eccepire: Gazzé è davvero un artista a tutto tondo e chi ha avuto la fortuna di vederlo live, sa quanto Max sia un abile cantante e un teatrale interprete musicale.
Peccato che per quanto riesca ad essere irriverente ed a stupire, Max non riuscirà ad arrivare nei primi tre cantanti finalisti. E’ bravo, molto bravo, ma non abbastanza sanremese da salire sul podio dei vincitori (e da un certo punto di vista forse è un bene).
Speriamo davvero di sbagliarci, ma purtroppo crediamo che andrà a posizionarsi nel centro classifica.