Picasso le dipingeva smembrandone il corpo e ri-assemblandolo nelle sue visioni cubiste. Helmut Newton le fotografava nude, nella loro vulnerabilità e bellezza. Il corpo della donna e la sua essenza è sempre stato oggetto misterioso di ricerca artistica.
Anche il fotografo Gabriele Morrione ha scelto un suo modo per indagare l’universo femminile, attraverso un occhio privato e domestico e la rappresentazione di un rapporto antico, primordiale, conflittuale e misterioso. I soggetti scelti da Morrione per la sua ricerca sull’identità femminile sono le madri e le figlie, immortalate in scatti in bianco e nero esposti dal 18 gennaio presso lo Spazio espositivo Cerere a Roma
I ritratti di famiglia comprendono ottanta madri e novantanove figlie, tutte in pose molto naturali, serene e intime, collezionate nell’arco di diversi anni e messe insieme per una mostra che al di là delle immagini, nasconde un mondo complesso e vario, composito nella sua insondabile essenza. Dalla sindrome di Elettra in poi tutte le madri del mondo hanno dovuto fare i conti con una figlia particolare, e viceversa, tutte le figlie devono in qualche modo differenziarsi, distaccarsi e rendersi autonome dalla figura più devastante e ingombrante nella vita di qualsiasi donna: la propria madre. Le fotografie di Gabriele Morrione mostrano questo: dall’attaccamento infantile, all’affetto maturo, passando per il conflitto adolescenziale che rappresenta la fase di distacco naturale e necessaria per la formazione di un’indole autonoma in ogni giovane donna.
Leave a Comment