Giuseppe Lucibello, direttore generale dell’Inail, tira le somme di questo anno appena trascorso, e focalizza l’attenzione sul particolare momento che sta vivendo l’Italia e, più nel dettaglio, il lavoro in Italia.
L’Inail, anche se in anticipo visto che dal punto di vista statistico bisogna aspettare 180 giorni dalla fine dell’anno, ha registrato un calo sul fronte degli infortuni sul posto di lavoro e delle morti bianche per il 2012, e ci si aspetta un trend discendente anche per il 2013. Non si può che interpretare come espressione di un segnale incoraggiante.
Lucibello afferma “Al 31 dicembre 2012 ci risulta una cifra di 654 mila denunce di infortuni sul lavoro, ci sarà un assestamento di questi dati ma quello che possiamo anticipare è che si registra una riduzione di circa il 9% rispetto alle 726 mila denunce del 2011″.
Naturalmente non ci si scorda della crisi economica che affligge le aziende nazionali ed i lavoratori, ma il direttore lo ammette senza troppi giri di parole. La riduzione del lavoro, ovviamente, pesa su queste riduzioni: “La diminuzione dell’attività produttiva ha pesato nel 2012 su questo calo più di quanto sia avvenuto nel 2011: si può quantificare in una quota pari a circa il 50% di questa riduzione degli infortuni“.
Mai abbassare la guardia però. Bisognerebbe aumentare la prevenzione ed i controlli soprattutto in alcuni settori più rischiosi o molto spesso dati per scontati: agricoltura e industria. Lucibello continua: “Le priorità del welfare nell’ultimo periodo sono state probabilmente altre ma il prossimo governo deve rimettere al centro l’idea che investire in sicurezza conviene: per farlo però non bastano le risorse che abbiamo nel sistema“.
E le donne? Purtroppo sono ancora insufficienti le iniziative per garantire accessibilità, sicurezza e ingresso nel mondo del lavoro per le donne. Il Governo, seppure si sia attivato con l’ultima Legge Finanziaria ad agevolare il lavoro femminile, la situazione è ancora tragica.
E anche sul lato sicurezza non si fa il possibile, anche perché le tutele sul lavoro verso le donne, sono diverse rispetto agli uomini. Qualche anno fa l’associazione Anmil, ha presentato il primo Rapporto sulla sicurezza sul lavoro al femminile, fondamentale punto da cui partire per il continuo miglioramento. Fino al 2005 gli infortuni non facevano che aumentare, anno dopo anno.
A livello nazionale il numero degli infortuni sul lavoro femminile ha fatto registrare una flessione dell’1,6%, ma il calo è stato decisamente più contenuto rispetto a quello rilevato per gli infortuni sul totale dei lavoratori, che nello stesso periodo sono diminuiti del 16,4%.
Rispetto a cinque anni fa la quota delle infortunate è aumentata di quasi cinque punti percentuali (dal 26,9% al 31,6%), in presenza di un aumento dell’occupazione femminile che invece si è fermato all’1%.
Anche i casi mortali sono diminuiti meno per le donne rispetto al totale dei lavoratori. Di rilevante importanza è il dato da cui emerge che le morti delle donne sono avvenute prevalentemente in itinere, nel tragitto casa-lavoro-casa: ben 40 su 78 nel 2010 (51,3%) rispetto al 20,8% registrato tra gli uomini. La differenza può essere spiegata con il fatto che la presenza femminile è concentrata prevalentemente in settori di attività meno rischiosi.
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