Il celebre coccodrillo non ci sta ad essere associato al killer di Oslo. Lacoste ha chiesto alla polizia norvegese di impedire ad Anders Behring Breivik di portare le sue polo in pubblico per evitare un danno d’immagine. È il quotidiano norvegese Dagladet a dare la notizia, per quanto la polizia non abbia fatto trapelare il contenuto della conversazione, ai giornalisti norvegesi sembra palese che i manager della casa di moda francese non vogliano certo avere un testimonial di quel calibro.
Una vera e propria passione quella dell’autore del massacro di Oslo per la griffe francese, quasi tutte le sue apparizioni in pubblico e molte delle foto che compaiono sul suo profilo facebook sono caratterizzate dalla messa in bella vista del celebre logo. Persino “2083”, il suo manifesto di quasi duemila pagine in cui vengono esposte tutte le sue idee sulla necessità del ricorso alla violenza per poter epurare la società dal male, contiene una foto dell’estremista con una maglietta targata dalla stessa griffe. E a peggiorare la situazione, dal punto di vista della maison Lacoste, una dichiarazione dell’estremista trentaduenne che, sempre nel suo memoriale, afferma si tratti della sua marca preferita.
Un terrorista che tiene alla sua immagine e al suo stile urban, ma l’abito non fa il monaco. Sarà giusto impedirgli di scegliere con quale maglietta presentarsi in tribunale?