Spulciando alcuni siti dedicati al mondo dell’imprenditoria mi sono imbattuta nella storia di Sonia Urquizo, una giovane ragazza peruviana sbarcata sulle coste italiane in cerca di fortuna. Ciò che colpisce della sua storia è che non si tratta di un’esperienza di disperazione o di riduzione alla criminalità, come il classico pensiero da talk show televisivo mainstream insegna. Bensì di un percorso in ascesa di una donna consapevole dei propri mezzi. Sonia, infatti, è riuscita a deviare la rotta del suo metaforico barcone per diventare imprenditrice di successo.
1998, Perù. Sonia gestisce una scuola da ormai sette anni ma non riesce ad estenderlo anche a classi medie e superiori per i pochi investimenti delle autorità locali e dei privati. Con il supporto di alcune amiche e di una lingua per molti aspetti simile, Sonia decide di tentare fortuna in Italia partendo dal basso: prima un lavoro in una casa famiglia, poi badante. Ma Sonia è un tipo tosto: costretta a lottare, da immigrata, con scartoffie varie, inizia a studiare diritto del lavoro delle badanti, per le quali diventa il punto di riferimento. Non solo in materie inerenti alla loro occupazione, ma anche in attività che di solito annoierebbero anche un cittadino italiano, tipo comprare un auto.
Ed è proprio nelle insolite vesti di mediatrice che Sonia conosce il gestore di un concessionario, al quale apre le porte di un mercato molto redditizio. In un attimo arrivano soldi e la possibilità di una vita più semplice per le decine di persone che chiedono consiglio a Sonia. Quando il gestore cede l’attività chiedendole di rilevarla, Sonia accetta. Nasce, così, la SoniaCars, un’azienda attiva nel mercato automobilistico con sede a Lambrate, nel milanese. E brava Sonia!
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