La seduzione declinata al femminile

Oggi vorrei parlare della seduzione. Seriamente… Non come fanno certe “bariste sexy“. Quante cose si leggono e si scrivono su questo tema, ma quante poi si riescono a mettere in pratica in modo efficace? E poi, quanti dei suggerimenti che vengono dati sono praticabili nella vita quotidiana delle persone?

Spesso i modelli di seduzione al femminile, cioè la seduzione esercitata da una donna sono stucchevoli. Ci si immagina occhi languidi, minigonne, tacchi a spillo, moine e quant’altro. Niente di più falso in quanto a seduzione, nonostante le marche di glamour usino e abusino di questi modelli, tra l’altro avulsi dalla quotidianità della maggior parte delle donne.

La parola seduzione, che deriva dal latino sedùcere, cioè condurre fuori, separare (dal retto cammino) è una parola ambivalente e ambigua, poiché ha un’accezione a volte positiva e altre volte negativa. Ma qui non ci addentreremo nelle sfumature concettuali, con voi amiche vorrei semplicemente fare alcune considerazioni generali ed esperienziali.

Innanzitutto diciamo che la capacità seduttiva di una donna può essere innata o costruita. Ci sono donne che seducono con la semplice presenza, senza fare o dire nulla, senza effetti speciali di alcun tipo; altre donne invece, la maggioranza, recitano un ruolo, artificialmente costruiscono ambienti e scenari, apparenze seduttive che crollano una volta tolta la maschera.

Ma allora, quali sono o quali dovrebbero essere le qualità e le armi seduttive di una donna che vuole sedurre? Io credo che il “vizio” stia proprio qui, sotto questo “voler” sedurre. Infatti, chi seduce veramente e profondamente non vuole sedurre, seduce e basta, semplicemente e naturalmente, a motivo della forza e della bellezza interiori. Al contrario, chi “vuole” sedurre si costruisce seguendo i modelli stucchevoli ai quali ho accennato prima.

Le qualità e le armi della seduzione devono essere dentro di noi, nella nostra personalità, nelle scelte che facciamo, nel nostro particolare e originale modo di relazionarci agli altri. Quanto più siamo donne “piantate”, cioè sicure di noi stesse, con un certo equilibrio emotivo, in un certo senso rappacificate con la vita, tanto più risultiamo seducenti. Un modello di donna, cioè, che non ha bisogno di né di essere approvata, né di essere oggetto di adulazione o altro. Penso ad una donna che basti a se stessa, non si piace perché piace agli altri, non ha bisogno di conquistare, non ha bisogno, punto.

Per donna che non ha bisogno non intendo una donna sufficiente (quella con il naso all’insù) o una donna superba e presuntuosa, una donna stronza, in definitiva; no, intendo una donna “libera”, libera da se stessa innanzitutto e libera soprattutto dalle aspettative degli altri.

Una donna così è veramente seducente, non trovate? E gli uomini, quelli veri, quelli che sono anch’essi “piantati”, preferiscono di gran lunga essere sedotti da una donna di questo tipo, invece che dalle tante bamboline in circolazione, dalle quali semmai vengono sedotti dalle cosce, dal sedere, dal seno, cioè da parti anatomiche piuttosto che dalla donna per intero.

Infine, vorrei consigliare la lettura di un testo, che non è un manuale, ma un testo di riflessione profonda sul tema della seduzione: J. Baudrillard, Della seduzione.

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