La felicità esiste! E’ scientificamente provato in 10 regole

In questi tempi difficili, di crisi sociale ed economica, di scarse emozioni e ridotta “moralità”, le persone, da una parte assuefatte dal momento particolare dall’altra immobilizzate per l’attrito che incontrano quando provano a reagire, cercano una cosa, più di qualsiasi altra: la serenità, la tranquillità d’animo, il sorriso… in un unico sostantivo, la felicità.

Se ci guardiamo intorno vediamo che la gente si dà molto da fare per conseguire un obiettivo piuttosto che un altro, che ritengono possa dar loro la felicità.

Il professor P. Krishna, Rettore della Krishnamurti Foundation di Rajghat, Varanasi, India, in una conferenza avente come oggetto “La ricerca della Felicità” ha espresso così il suo pensiero: “…Psicologicamente ci sentiamo inappagati con quello che c’è da questa parte della linea di confine, quel che si ha e impegnati a spostare più in là questa linea di confine per avere di più. E ci diamo da fare per spostare questa linea sempre più in là e, quando siamo riusciti a spostarla, una parte delle cose che prima erano al di là, cose a cui prima non avevamo accesso, ora sono passate da questa parte della linea, ce le abbiamo!

Temporaneamente questo ci dà un senso di appagamento, di soddisfazione, perché abbiamo conseguito qualcosa di nuovo. Però c’è sempre qualcosa d’altro che è al di fuori della nuova linea di confine. Per cui si finisce con l’annoiarsi con quello che si ha in questo nuovo stato, così come ci si era annoiati con quello che si aveva prima. Sorge quindi un nuovo desiderio per qualcosa che non abbiamo adesso; questo desiderio crea insoddisfazione e ci spinge a muoverci di nuovo per ottenere altre cose che non abbiamo ancora. E la vita si svolge così, in questo circolo vizioso…

Oscar Wilde non si discostava di molto in quanto aveva definito questa condizione umana così: “Ci sono due tragedie nella vita, due drammi che noi viviamo: uno, quello di non avere ciò che desideriamo; l’altro, di aver soddisfatto il nostro desiderio!

Citazioni a parte, cercare, ma soprattutto trovare, la felicità non è roba da poco, non è dietro l’angolo, non è nascosta sotto il tappeto o nella cesta del bucato. La felicità, tanto bramata da tutti, ha dei percorsi psico-fisici chiari e ben dettagliati; sembra difficile arrivarci, ma forse lo è meno di quanto pensiate.

Il movimento Action for Happiness, presente al
Festival delle Scienze che si tiene all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 17 al 20 gennaio, ha questo scopo; la ricerca della felicità per la costituzione di una realtà sociale fondamentalmente diversa da quella attuale in cui le persone mettono i propri interessi davanti al bene comune e, quindi, alla felicità degli altri.

Per percorrere il “giusto sentiero” di vita, questo movimento, propone uno studio psicologico racchiuso in 10 punti, 10 parole chiave che, se prese come pietre miliari nella quotidianità, tenderebbero ad avere un impatto positivo sul proprio benessere  e su quello degli altri. Se prese le iniziali dei 10 punti (foto) leggiamo Great Dream, non male come inizio…

I primi 5 (GREAT), Giving (dare), Relating (relazionarsi), Exercising (esercitarsi), Appreciating (apprezzare) e Trying out (provare), riguardano il modo di approcciare col mondo esterno nelle nostre azioni quotidiane; quindi gioverebbe al nostro benessere fare qualcosa per gli altri e relazionarci con le altre persone, fare attività fisica prendendoci cura del nostro corpo, apprezzare ciò che ci circonda avendo cura di osservare il mondo con occhi curiosi e con la voglia di imparare sempre cose nuove.

Gli atri 5 punti (DREAM), Direction (obiettivo), Resilience (resilienza), Emotion (emozione), Acceptance (accettarsi), Meaning (dare significato), sono già dentro di noi, trascendono da quello che siamo e rappresentano il nostro modo di reagire agli stimoli esterni; è fondamentale porsi degli obiettivi in un ottica di crescita e sviluppo propri, trovare un modo di sopravvivere alle avversità, avere un approccio positivo verso la vita, accettarsi e stare a proprio agio con se stessi e, infine, dare senso alla propria esistenza prendendo parte al cambiamento quotidiano e appartenendo a qualcosa di più grande (un lavoro, una fede religiosa, avere dei figli…).

Soltanto in questo modo si acquisisce un maggiore controllo della propria vita, si ottengono risultati positivi e, soprattutto, si trovano le risposte alle proprie domande (o almeno la maggior parte di esse) riducendo lo stress, l’ansia e la depressione.

La felicità non è qualcosa di già pronto. Proviene dalle vostre azioni” – Dalai Lama

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