Bella (Laura Chiatti) è la splendida ed esuberante conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia estetica. René (Alessandro Preziosi) è suo marito, un medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Il film inizia con il licenziamento di Bella.
La motivazione è che gli ascolti dello show sono in calo, il pubblico è stanco ormai di vedere la sua faccia. Bella, infuriata, lascia lo studio televisivo e, sulla via del ritorno a casa, ha un brutto incidente d’auto che in qualche modo le cambierà la vita e le offrirà una seconda possibilità.
Accecata dalla sete di fama e di denaro, Bella sarà disposta ad ‘indossare’ per tutta la vita, il volto di un’altra, pur di avere per sempre il suo posto in tv e le tasche piene di soldi. Avidità, apparenza, imbroglio e sotterfugio sono gli ingredienti di questa pietanza cinematografica che ci viene offerta questa settimana al cinema.
Il regista napoletano Pappi Corsicato ha sempre fatto dell’originalità la cifra distintiva del suo cinema, distinguendosi nel panorama italiano per un brio e una freschezza di approccio alla sceneggiatura davvero unici. Con Il volto di un’altra non cambia certo la marcia, realizzando un racconto surreale, divertente e assolutamente acuto su ciò che è la società moderna in rapporto all’apparenza e all’importanza che l’aspetto estetico ha in relazione ai media e alla vita di tutti i giorni.
Il film presentato in Concorso al Festival del Film di Roma parte da un’intuizione geniale, sviluppata poi in una storia a metà tra grottesco e surreale in cui i contorni sono molto più curati e interessanti della storia principale.
Ad una storia così brillante si contrappongono però due protagonisti decisamente sottotono: Laura Chiatti e Alessandro Preziosi non sono assolutamente all’altezza della storia e della recitazione che a loro è richiesta.
La loro bellezza come singoli e come coppia sullo schermo ne fa sicuramente una scelta azzeccata dal punto di vista estetico ma non dal punto di vista artistico, come dimostrano i loro ruoli messi in campo con una decisamente scarsa convinzione, a differenza di quello che fanno tutti i comprimari.
Interessante lo sviluppo finale del racconto e soprattutto la rappresentazione dei media e dei popolo medio, ritratto che rispecchia la realtà italiana fatto di scoop, gossip, reality e spazzatura venduta su tv e giornali e spacciata per informazione.
Nonostante le figure principali, Il volto di un’altra si presenta come una divertente e divertita rappresentazioni dei vizi italici, con esagerazioni grottesche sia nella messa in scena che nella rappresentazione dei personaggi che sono assolutamente calzanti per la scelta tematica e la maniera in cui questa viene affrontata.
Corsicato ha chiaramente detto in tutti gli incontri con il pubblico e la stampa che ha voluto che i suoi protagonisti bellissimi e bravissimi recitassero COSI’ e che sono stati tanto professionisti e preparati da assecondare la sua esigenza che recitassero come “attori che recitano attori che recitano una parte”. Un lavoro straniante e di gran pregio, non da tutti. Infatti la critica togata ha apprezzato lo sforzo, l’intento e la resa.Vera metacinematografia d’autore.