Ed ecco la seconda parte del nostro “regalo” per questa giornata, in cui c’hanno detto e regalato di tutto, meno che un impegno sincero e qualche parola sentita. Per questo, ecco dieci poesie per rispecchiare dieci modi diversi di vedere e interpretare il mondo al femminile. Prevale una lettura al maschile ma non maschilista e, in più di un caso, testi che fanno riferimento al relazione uomo-donna.
- A tutte le donne – Alda Merini
- Donna – Madre Teresa di Calcutta
- Giochi ogni giorno – Pablo Neruda
- Il più bello dei mari – Nazim Hikmet
- Dal Canto V° Inferno, Paolo e Francesca – Dante Alighieri
- Fu un momento – Fernando Pessoa
- L’assente – Vinicius de Moraes
- Come mi vuoi – Paolo Conte
- Unica Rosa – Ivano Fossati
- A Silvia – Giacomo Leopardi
1 . A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
2. Donna
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni…
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è a colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di fotografie ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!
3. Giochi ogni giorno…
Giochi ogni giorno con la luce dell’universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua.
Sei più di questa bianca testina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.
Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che ieri sera s’ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all’ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un’ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l’astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona dell’universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.
4. Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.
5. Dal V° Canto Inferno – Paolo e Francesca
<<Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.
Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?».
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».
6. Fu un momento
Fu un momento
quello in cui posasti
sul mio braccio,
in un movimento
più di stanchezza
che di pensiero,
la tua mano
e la ritirasti.
Sentii o no?
Non so. Ma ricordo
e sento ancora
qualche memoria
fissa e corporea
ove posasti
la mano che ebbe
qualche senso
incompreso,
ma tanto lieve! …
Tutto questo è nulla:
su una strada però
com’è la vita
c’è molto
d’incompreso…
Che so io se quando
la tua mano
sentii posarsi
sul mio braccio,
e un poco, un poco,
sul cuore,
non ci fu un ritmo
nuovo nello spazio?
Come se tu,
senza volerlo,
mi toccassi
per dire
qualche mistero,
improvviso ed etereo,
che neppure sapevi
dovesse esistere.
7. L’ASSENTE
Amica, infinitamente amica
In qualche posto il tuo cuore batte per me
In qualche posto i tuoi occhi
Si chiudono all’idea dei miei
In qualche posto le tue mani si tendono
I tuoi seni si riempiono di latte, tu svieni e cammini
Come cieca ad incontrarmi…
Amica, ultima dolcezza
La tranquillità ha addolcito la mia pelle
E i miei capelli.
Solo il mio ventre ti attende, pieno di radici e ombre.
Vieni, amica
La mia nudità è assoluta
I miei occhi sono specchi per il tuo desiderio
Il mio petto è un tavolo di supplizi
Vieni.
I miei muscoli sono dolci per i tuoi denti
E ruvida è la mia barba.
Vieni a tuffarti in me
Come nel mare,
vieni a nuotare in me come nel mare
vieni ad affogarti in me, amica mia
In me come nel mare.
8. COME MI VUOI
Come mi vuoi…
Cosa mi dai,
dove mi porti tu …
mi piacerai…
mi capirai.
Sai come prendermi.
Dammi un sandwich e un po’ d’indecenza
E una musica turca anche lei
Metti forte che riempia la stanza
D’incantesimi e di spari e petardi eh… come mi vuoi?
… che si sente anche il pullman perduto
una volta lontano da qui
e l’odore di spezie che ha il buio
con noi due dentro il buio abbracciati
eh… come mi vuoi? …
9. UNICA ROSA
Rosa,
rosa di una rosa
rosa torturata
rosa amata
Rosa,
rosa ballerina
rosa bambina
Rosa, fiore cantato
Voce sottile
Stella meridiana
Rosa,
rosa colombina
rosa che s’inchina
Rosa temuta
Rosa violata
Ombra immaginata
Rosa, sola
Rosa pettinata
Profumo
Quando c’è del buono
Campana nel mare
Rosa,
Rosa,
rosa carezzata
povera e ingannata
Sorriso e perdono
Rosa respirata
Lontano
Mio peso
Mia fortuna
Rosa che è arrivata
Rosa,
barca avvistata
linea di una costa
conosciuta
Rosa
Acqua che ne piove
Su una sola rosa
Rosa
Piega dolorosa
Unica rosa.
10. A Silvia…
Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
stanze, e le vie d’intorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all’opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d’in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
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