Trucco, no grazie. A quanto pare abbondare con trucchi e cosmetici può portare ad una menopausa precoce, almeno stando a quanto affermano i primi risultati di una ricerca dalla Washington University di St Louis, nel Missouri.
A capo di questa ricerca c’è la dottoressa Natalia Grindler, che ha effettuato analisi e controlli su un campione di 5 mila donne. Dalla ricerca è emerso che le donne con un alto tasso di ftalati nel sangue e nelle urine vanno incontro ad una menopausa precoce, in media 2 o 3 anni prima rispetto alla media, per non parlare poi dei casi isolati in cui ad un alto concentrato di ftalati corrisponde una menopausa di 15 anni precedente alla media d’età.
Gli ftalati sono degli agenti chimici utilizzati dall’industria cosmetica e presenti in alcuni prodotti di bellezza.
La menopausa precoce non solo rappresenta un fastidio e un rischio psicologico per le donne, ma porta con sé anche una serie di disturbi della salute, qualche volta abbastanza rischiosi. L’ictus, l’infarto, le emorragie cerebrali e i problemi osteoarticolari sono solo alcune, le più gravi, patologie che possono colpire le donne con una menopausa precoce, dove per precoce si intende precedente all’età media di 51 anni.
La dott.ssa Grindler spiega che la menopausa precoce ha un grande impatto sulla salute, addirittura si può arrivare ad affermare in base ai dati che queste sostanze chimiche possano influenzare le funzioni ovariche e anche la riproduzione umana.
Tuttavia, lungi dall’allarmismo rischioso, la dottoressa aggiunge che saranno necessari altri controlli e rilevamenti, prima di teorizzare concretamente la ricerca e di mettere quindi al bando la cosmesi che usa gli ftalati.
Ovviamente una tale accusa nei confronto dell’industria della cosmesi non poteva rimanere inascoltata. Infatti l’ufficio dell’Unipro, l’associazione che riunisce i produttori di cosmetici, non ha tardato a far sentire la sua difesa. In una nota del comunicato ufficiale, l’associazione ribadisce che gli ftalati rappresentano una categoria molto ampia di sostanze chimiche con caratteristiche e proprietà diverse e che non tutte vengono utilizzate nelle formule dei cosmetici.
E’ vero che alcuni ftalati si sono dimostrati tossici per la riproduzione umana, proprio per questo non sono stati più utilizzati per la produzione di trucchi e cosmetici vari. L’unico derivato che l’industria utilizza è il Dietilftalato, (DEP), aggiunto talvolta in piccole quantità ai prodotti con lo scopo di rendere amaro, e quindi imbevibile, l’alcool etilico eventualmente presente nella composizione del cosmetico. Tuttavia, prosegue l’Unipro, anche quest’ultimo è stato testato e valutato sicuro dal dal Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore (SCCS).
La scoperta della dottoressa Grindler deve ancora essere messa a punto nei dettagli, ma possiamo già aspettarci una vera e propria battaglia a suo di burocrazia tra l’Università e l’Unipro.
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