Gli intellettuali del piffero. Come rompere l’incantesimo dei professionisti dell’impegno. Un titolo e sottotitolo lunghi e già polemici, senza bisogno di dover aprire la prime pagine. Luca Mastrantonio, giovane giornalista e scrittore, non le manda certo a dire, e con il suo nuovo libro edito da Marsilio mette alla berlina tutti, ma proprio tutti gli intellettuali che “vogliono essere nella storia a qualsiasi costo”.
Pur esordendo con una citazione di Elio Vittorini – “noi siamo contro gli errori, non contro le persone”, che suona tanto con un “metto le mani avanti”- lo scrittore si scaglia contro tutto e tutti, proponendo una soluzione. Mastrantonio è contro la “Schizofrenia Cognitiva” di chi pubblica per Mondadori e combatte Berlusconi, la “Demenza Storiografica” di Asor Rosa che rivaluta il fascismo, continuando poi con vere e proprie invettive contro Baricco, Travaglio, Pansa e Paolini, “sospesi tra demagogia e magia buona”, i “dietrologi” Vattimo, Giulietto Chiesa, Paolo Becchi, Erri De Luca, Lidia Ravera e Melissa Panarello “ninfomoraliste”, Luca Doninelli e Susanna Tamaro “cattolibertini”.
La sua soluzione a questo folto gruppo di “intellettuali del piffero” è la risposta alla cinque domande: Chi? Cosa Dove? Quando? Perché? Mastrantonio propone un ritorno alla semplicità, o meglio per il giornalismo e per la letteratura italiana, una virata verso una scrittura sobria, chiara e di basso profilo, che possa essere accessibile senza precludersi i suoi contenuti elevati.
Bellissime strade, aperte da bellissime parole, che però si concludono nella solita bella e fragile bolla di sapone: a pochi giorni dall’uscita del libro Mastrantonio pubblica un articolo suo Corriere della Sera, in cui parla di se stesso, del suo libro e di quanto questo sia stato apprezzato, con tanto di citazione di una recensione positiva. Che il giovane e verace giornalista si sia lasciato travolgere dallo stesso magma che cercava di sbeffeggiare?
Tra l’altro nel libro di tutto si parla tranne che dei pifferai del Corriere (Battista, Della Loggia, Romano, ecc.). Chissà come mai!
Caro Renzo, nel libro, che non hai letto, come Chiara, si parla, tra gli altri, di Fallaci, Maraini, Tamaro… e altri che hanno scritto sul Corriere. E’ un lavoro di cinque anni, che qualcuno – sul Fatto (forse perchè si critica anche Travaglio, direbbero i dietrologi) – vuole ridurre all’opera di chi predica bene e razzola male. L’articolo del Corriere che mi è stato chiesto era una risposta a interventi, come quello di Filippo Sensi, che rivolgevano delle domande aperte sul libro e al suo autore.
Luca
Cara Chiara, ma leggere un libro prima di parlarne, no?
mi incuriosiscono "i saperi e le tecniche dello spettacolo cinematografico"