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Gino Paoli presenta Napoli con amore

“La musica è fatta di armonia e melodia. Io sono un musicista.” Parole sante da uno che di melodia se ne intende eccome. E’ Gino Paoli, che difende la sua professione e la sua arte dal tentativo, comune in questo periodo, che si fa di accostarla a quella dei rapper. Sono considerati nuovi cantautori ma “senza melodia e senza armonia” non posso essere tali.

Per Paoli, 79 anni suonati, non è importante “campare di rendita” ma continuare a sfornare dischi, concerti, canzoni, tutto sull’onda dell’emozione e dell’autenticità. Niente compromessi tecnologici. E così, sulla stessa onda emotiva arriva anche “Napoli con amore” il nuovo disco in cui reinterpreta i capolavori della musica popolare napoletana, che di melodia ne ha da vendere.

Salvatore Di Giacomo o Libero Bovio e Roberto Murolo per Era de maggio o Dicitencello vuje o Reginella, vere e proprie poesie popolari musicate e note in tutto il mondo. Ecco cosa dice della sua scelta di raccontare di nuovo la musica e la poesia napoletana: “C’era la canzone napoletana, piena di poesia.

Poi è arrivata la canzone ipnotica o ballabile, comunque ludica. E infine siamo arrivati noi, i cantautori genovesi, che avevamo la stessa dolce anarchia degli autori napoletani di inizio Novecento. Fabrizio De André, io, Bruno Lauzi e anche Luigi eravamo così, liberi, anche se Tenco aveva questa benedetta, o maledetta, ‘cazzimma’ del successo che poi è finita come è finita”.

Nostalgia nelle parole ma energia da vendere, e così Paoli continua, con il suo jazz a modo suo, con la sua struttura armonica e la sua base melodica, un uomo mansueto ma contro.

 

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