Giornata ricca e bagnata al Festival internazionale del Film di Roma. Una tempesta poderosa si è scagliata contro l’Auditorium e molte proiezioni sono state interrotte a causa di abbassamenti di corrente che hanno impedito ai proiettori di continuare il loro lavoro.
Nonostante i problemi tecnici però la giornata prosegue a pieno regime e tanti sono stati i film presentati oggi: a cominciare dal bellissimo documentario di Marco Spagnoli, Quattro volte 20 anni, che ripercorre attraverso interviste, testimonianze e foto d’epoca, la vita e la cinematografia di Giuliano Montaldo, uno dei registi italiani più prolifici e famosi al mondo (“Sacco e Vanzetti” vi dice niente?).
Seguendo il racconto divertito e a volte nostalgico di Montaldo in persona, Spagnoli mette insieme un bel racconto classico, condito da preziosi aneddoti che il regista ha condiviso con personaggi del calibro di Sergio Leone o Ennio Morricone. Il Concorso ufficiale invece oggi ha mostrato due film molto diversi e interessanti.
Da una parte c’è il misterioso Spose Celesti dei Mari di Pianura, sorta di film a episodi che racconta le tradizione e le credenze dei Mari, popolazione russa che vive sugli Urali. Una galleria di donne, volti giovani e vecchi ma senza tempo, immersi in un paesaggio sempre spazzato dal vento e sempre immerso del gelo siberiano.
Le donne sono legate, nel film, a due manifestazioni umane ben definite: il cibo e il sesso, e attraverso le declinazioni di questi due fenomeni strettamente legati all’esistenza la donna vive e interagisce con l’uomo, facendosi spazio nel mondo. Dopo Spose Celesti, è stato presentato anche il primo film a sorpresa del festival di quest’anno, Back to 1942, ricostruzione storica della carestia nelle regione della Cina durante il Secondo conflitto mondiale.
Una storia dolorosa e epica che è ancora sconosciuta alla maggior parte della popolazione cinese. Presentato invece Fuori Concorso, Populaire, bella commedia francese che racconta di Rose, giovane donna che desidera diventare segretaria, ma per la sua straordinaria velocità di battitura alla macchina da scrivere diventerà una delle principali contendenti al titolo di dattilografa più veloce del mondo. Quando però il datore di lavoro è un affascinante scapolo, il coinvolgimento emotivo è inevitabile.
Protagonisti Romain Duris e Dèborah Francois. Grande assente della giornata è stato l’affascinante Adrien Brody, attore premio Osca per Il Pianista di Roman Polanski, che recita in un piccolo ruolo di Back to 1942 e che pare non abbia voluto partecipare all’attività stampa del film.
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