Giornata decisamente turbolenta, quella di ieri al Festival di Cannes (sesto giorno della kermesse). Tanto per cominciare il maltempo arrivato ha fatto le prime vittime: oltre ai raffreddori degli addetti ai lavori, anche le strutture provvisorie del festival non hanno retto agli acquazzoni notturni e così la tendostruttura del 60esimo è collassato senza però causare danni a persone.
La situazione però sembra sia stata gestita al meglio e sono state recuperate le due proiezioni saltate questa mattina. L’acqua e il vento però non hanno ancora finito di affliggere il red carpet francese.
Passiamo ora all’aspetto più strettamente artistico e vediamo chi ha fatto il suo esordio sulla croisette il sesto giorno. La sfilata di vere a proprie leggende del cinema è cominciata la mattina con Resnais, Kiarostami e Hong Sangsoo che hanno presentato in concorso i loro film.
Il primo della lista, il leggendario regista Alain Resnais, si è presentato con Vous N’Avez Encore Rien Vu, che riporta a Cannes dopo lo scorso anno con Habemus Papam, Michael Piccoli, fresco fresco di David di Donatello per la migliore interpretazione maschile.
Tuttavia il leggendario regista di Hiroshima Mon Amour, film culto e pellicola fondamentale per chiunque si affacci allo studio del cinema, sembra aver fatto cilecca, realizzando un film che si è decisamente divertito a fare. Non è detto però che chi l’abbia guardato si sia divertito altrettanto.
Abbas Kiarostami ha invece portato sulla croisette Like Someone in Love, film che sembra essere stato gradito dalla stampa, ma senza troppo slancio. Giudizio negativo invece per In Another Country, di Hong Sangsoo, film che si ricorderà probabilmente solo per l’interpretazione di Isabelle Huppert, splendida come suo solito. Come ormai (purtroppo) capita sempre più spesso, i film migliori che vengono proiettati nei festival sono quelli della sezione Classici, e così anche a Cannes ieri le proiezioni di Polanski e Konchalovsky hanno registrato il massimo gradimento.
Su tutte ovviamente Tess, di Roman Polanski si è riconfermato un dramma romantico, venato del (possiamo dirlo?) pessimismo cosmico polanskiano, ma allo stesso tempo vibrante d’amore nella memoria della bella moglie e del figlio (non ancora nato) morti per mano di un folle.
Continua invece, con il discreto successo di sempre, la retrospettiva dedicata all’agente 007 nella storia del cinema: ieri è toccato a From Russia with Love ritornare al grande schermo, diretto da Terrence Young e interpretato dal miglior agente Bond di sempre, Sean Connery.