I’d rather be a comma than a full stop. È in questa frase dei Coldplay che si racchiude il senso di questi caldi giorni di fine Agosto. Essere una virgola e non un punto. Essere in continuo cambiamento e mai fermi nella stessa situazione di qualche mese prima. O, peggio, di qualche anno prima. Perché è il cambiamento il vero motore della vita e noi donne, lo sappiamo bene, non abbiamo paura di trasformarci.
Qualche giorno fa ho rimesso a nuovo la mia stanza. Niente di trascendentale (“Che fai?” “Do una ritinteggiata”. “Ah, ok”, l’annoiata risposta di quasi tutti i miei interlocutori), ma una rivoluzione inimmaginabile per me. Perché quella stanza era tutto il mio mondo di adolescente. Ci ho vissuto per 19 anni a pieno regime, padrona indiscussa dello spazio che facevo e disfacevo a mio piacimento. E a nulla sono valse le raccomandazioni dei miei sulla presenza intoccabile della carta da parati: staccavo e riattaccavo una quantità industriale di poster e oggetti, pezzi di me che modellavo senza soluzione di continuità. Nella mia stanza mi sentivo protetta e, soprattutto, mi sentivo me stessa. A 15 anni erano un’estensione di me quelle quattro mura piene di buchi e di carta intermittente. Arrivata alla veneranda età di 28 anni, invece, quelle quattro mura non le riconoscevo quasi più. È stato quando ho iniziato a sentirmi imprigionata nel passato e in un’immagine stantia e ideologica di me che ho deciso: era tempo di smantellare e ricostruire dando vita ad una nuova me.
Ho tolto la carta da parati, ho ricoperto i buchi, ho ridipinto le pareti di acquamarina e avorio e ho dato una nuova disposizione ai mobili. Risultato: una terapia psicologica economica ed efficace. Certo, come tutti i cambiamenti non è stato indolore – la mia vecchia me ha tirato fuori l’ultimo rantolo di vita regalandomi un’orticaria da sforzo fisico su tutto il corpo – ma ne è valsa la pena. È arrivato Settembre e con esso la mia voglia di cambiare, di scrivere di nuovo sulle pagine della mia stanza, le cui pareti sono ancora vuote ma che presto torneranno a parlare. Proprio oggi scriverò il primo capitolo: un poster di Manhattan, punto di partenza e di arrivo delle infinite virgole delle quali voglio riempire la mia vita.
Dicono che rassettare, pulire e riordinare sia terapeutico e rigenerante, così come l’intensità di purificazione del flusso mestruale femminile. E tu? Quand’è stata l’ultima volta che ti sei rigenerata? Raccontaci la tua storia!
anche io voglio essere una virgola……ma la mia virgola sarà un “tantinello” più grande: trasloco!!!
e probabilmente è proprio la terapia di cui ho bisogno in questo periodo…
complimenti…bell’articolo 😉
Grazie! Trasloco o sistemazione di una stanza che sia, è davvero una terapia utile ed economica…sempre che non si acquisti tutto l’arredamento da capo 😀 Scherzi a parte, è il work in progress il vero motore della vita.