Malala Yousafzai non ha ancora smesso di far parlare di sé e anzi, ad appena 16 anni si prepara a diventare una delle scrittrici più lette al mondo.
E’ infatti probabile che la sua autobiografia, in edicola da ieri 8 ottobre, diventi presto un best seller, e i motivi sono molteplici: prima di tutto perché la sua storia ha già fatto il giro del mondo, poi perché Malala ha solo 16 anni, eppure ha coraggio e forza da vendere, poi perché rivela al mondo intero che per essere dei veri eroi, come lo è lei agli occhi del mondo, si può essere anche una ragazzina normale interessata alla moda e alle serie tv.
Il libro si intitola “I Am Malala” (“Sono Malala”), e la giovane pakistana l’ha scritto insieme alla giornalista britannica Christina Lamb. Nel libro, la storia della sua vita e dei suoi sogni, si raccontano le passioni di Malala: Masterchef, Ugly Betty e Angelina Jolie, ma anche la passione per le acconciature e per i vestiti, niente di straordinario per una 16enne. Se non fosse che Malala, lo scorso 9 ottobre, venne ferita alla testa dai talebani, perché con il suo blog, voleva portare alla luce la condizione che le donne e i bambini vivevano i Pakistan.
Nel suo libro, la Yousafzai racconta che la sua terra, il posto dove è stata ferita, la valle dello Swat, è il posto più bello del mondo, nonostante la continua, perpetua occupazione da parte di eserciti, stranieri e militari. Da Alessandro Magno a Winston Churchill e poi ancora dopo l’11 settembre, la sua terra è sempre stata occupata e sanguinante. Il libro racconta anche questo, l’arrivo degli eserciti, quello che lei riesce a ricordare.
Lei si considera credente e praticante, ma allo stesso tempo è contraria al modo di trattare le donne della propria religione: una mente aperto in un mondo chiuso, e così è dovuta scappare, prima per sopravvivere alle ferite alla testa, poi per poter continuare a vivere e a studiare, nel Regno Unito, dove per ora rimane. Ma il suo vero sogno è quello di tornare in Pakistan e dedicarsi alla politica, nella maniera costruttiva e (allora) inconsapevole che ha cominciato ad affrontare da quando aveva 11 anni.