Seguire una dieta sana ed equilibrata può essere un ottimo modo per mantenersi in linea, ma una nuova ricerca ha scoperto che potrebbe avere i suoi effetti collaterali, se la dieta diventa un’ossessione. Il professore di economia di Harvard, Sendhil Mullainathan, ha dichiarato sul New York Times che il conteggio giornaliero delle calorie e lo sforzo compulsivo di resistere ai dolci o a diverse golosità “intasano” il cervello, lasciando poco spazio ad altri pensieri e ad altri calcoli.
Il professore Mullainathan ha spiegato che questo “intasamento” ha impatti negativi sulla nostra capacità di svolgere diversi compiti, che costituiscono ciò che lui definisce “larghezza di banda” – che comprende il ragionamento logico, problem solving e l’assimilazione di nuovi informazioni.
Gli studi hanno scoperto che coloro, che sono a dieta, hanno meno larghezza di banda mentale di chi non è a dieta, nel senso che hanno difficoltà a svolgere altre attività. Ci sono altri aspetti della dieta, che influenzano la larghezza di banda di una persona – come ad esempio la necessità di “compromessi”, come quando si mangia un pasticcino e si deve, necessariamente, saltare un pasto.
I risultati sono stati pubblicati su International Journal of Eating Disorders e si basano su uno studio, effettuato nel 2005, che ha esaminato le diverse reazioni di chi è a dieta e non, di fronte ad una barretta di cioccolato. I ricercatori hanno scoperto che i soggetti, che non erano a dieta, hanno, semplicemente, mangiato la barretta di cioccolato e poi sono passati ad altri compiti.
Chi era a dieta ha speso diversi minuti a pensare a quante calorie erano nella barretta di cioccolato, e poi a meditare su come rimediare al cedimento di una voglia. Di conseguenza, una dieta, che richiede meno pensieri, sembra avere una migliore possibilità di successo.