Dopo mesi di dure polemiche è stata presentata ufficialmente la ventiquattresima stagione di Striscia la Notizia, che riparte questa settimana su Canale 5. Alla conduzione gli storici presentatori che hanno fatto la fortuna del programma, ovvero Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti, accompagnati da due ospiti di eccezione. Di chi si tratta? Delle solite Costanza Caracciolo e Federica Nargi, la bionda e la mora più longeve della TV, riconfermate per la loro quarta edizione da veline.
Eppure sembrava proprio che la terza sarebbe stata l’ultima. Il creatore Antonio Ricci, infatti, è stato al centro di un dibattito nato proprio dalla sua mente diabolica, quando mesi fa aveva proposto l’eliminazione della figura della velina dal suo TG satirico, solo se anche la Rai avesse rinunciato alla kermesse di Miss Italia e “Repubblica” tolto le modelle dai suoi magazine D e Velvet.
L’annuncio provocatorio era giunto dopo le ennesime critiche ricevute da Ricci sul suo sfruttamento palese e denigratorio del corpo femminile – di cui è emblema la figura stessa della velina, ma che non è di certo ad esclusivo uso e consumo di Striscia.
Del resto la figura della velina ha un passato storico che pochi ricordano, strettamente legato alla nostra identità nazionale. All’inizio, infatti, Striscia la Notizia si agganciava al programma traino Odiens, nel quale il corpo di ballo femminile, le “littorine”, si dimenava cantando canzoni ispirate al ventennio fascista. Striscia, seguendo la scia di Odiens, si è ispirata all’arrivo delle notizie ai giornalisti – le veline, appunto – per recuperare quella vena parodica e inventare la figura della donna al servizio dell’uomo, tipica della cultura patriarcale italiana, che nel corso del tempo si è imposta da figura di servizio a mera espressione corporea e sensuale, del tutto estemporanea ma il cui contributo sul successo del programma è indubbio.
E in effetti è proprio qui che sta il bandolo della matassa: dare al pubblico ciò che fa audience, lasciando a lui il compito di spegnere il telecomando quando non gradisce, oppure avere il coraggio di fare un passo indietro? Mantenere la figura della donna oggetto o ritornare ad un programma di denuncia crudo e senza fronzoli? E noi donne che ne pensiamo?