Arriva Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato. I fan della trilogia de Il Signore degli Anelli non aspettavano altro e Peter Jackson non li ha delusi.
Dopo dieci anni dall’uscita della trilogia, il regista dà vita al primo romanzo di John Roland Tolkien “The Hobbit, There and Back Again”, cioè “Andata e Ritorno”. Ma com’è nato questo romanzo che, a più di 70’anni dalla prima pubblicazione, conserva ancora tutto il suo fascino, tanto da conseguire uno straordinario successo e determinare la riscoperta di Tolkien e delle letteratura dell’immaginario?
“In un buco della terra viveva un hobbit“, questa è stata la frase , venuta in mente al giovane scrittore e docente universitario, mentre correggeva i compiti di ammissione all’università di Oxford … Uno degli esaminandi aveva lasciato il suo elaborato in bianco, e il professor John Roland Tolkien, per una misteriosa ispirazione, scrisse su quel foglio bianco quella frase.
Nasce così un personaggio buffo: lo hobbit, un nome: Bilbo Baggins e un racconto intriso di storie di elfi, di ascesa e caduta di antichi regni, storie mitiche collocate in epoche dimenticate. Una storia, che è molto più che un prequel del Signore degli anelli.
Come molti dei lettori – o spettatori- più recenti potrebbero credere, Lo Hobbit uscì dalla mente dello scrittore molto tempo prima che le vicende della Guerra dell’Anello venissero immaginate. Nasce con l’intenzione del narratore di rivolgersi ai bambini con un tono colloquiale, invitandoli ad avventurarsi loro stessi nella storia di quel buffo personaggio in cui Tolkien si rifletteva in tutto e per tutto, fuorché per la statura.
Lo scrittore trasse spunto dal suo ricchissimo bagaglio culturale; era docente di filologia ad Oxford. Le sue fonti d’ispirazione principale erano quelle delle antiche epiche del Nord Europa come “Bewolf”, dove domina il tema dello scontro col drago e della mitologia scandinava (da cui trasse i nomi per molti dei suo i personaggi), fino ad arrivare a quel mondo inventato che Tolkien stava elaborando e che affiora più volte nel corso del racconto (come il ruolo degli elfi, o la presenza di un grande male che fa trapelare la presenza del Nemico “l’Oscuro Signore”).
Nella fiaba fanno capolino alcune delle grandi questioni e dei temi che Tolkien affronterà poi nel suo romanzo più famoso : il tema del potere, la seduzione del male, il viaggio e la Cerca, l’eroismo nascosto. Tolkien sceglie il linguaggio del simbolo e della fiaba per suscitare nel lettore la nostalgia per cose grandi e belle.
Come aveva detto G. K. Chesterton: «Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti».
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