Ci ritroviamo spesso a parlare di quest’argomento o meglio di questa decade che ha influenzato il mondo della moda, dell’architettura e del design in genere.
Per capire davvero se siamo affezionati agli anni ‘50 o se per noi è solo un fenomeno passeggero, i dettagli sono importanti.
Avete in casa un tostapane d’epoca Girmi o nel garage una Lambretta Milano? Se la risposta è sì, allora abbiamo appena definito la tipica febbre per gli anni ‘50. Se, invece, vi limitate ad indossare camice con fiocco (Nara Camicie, 70 euro) e pantaloni a pois la vostra è solo una moda passeggera.
Le donne che hanno vissuto pienamente il periodo delle pin up si immedesimano a tal punto da sfoderare una mise perfetta anche quando cucinano come l’icona del brodo Star a cui non manca mai il filo di perle al collo.
Le pin up del 2000 che si ispirano agli anni cinquanta, indossano in cucina, al massimo, dei grembiuli (Ricami Veronica, 17 euro), opportunamente ricamati con pizzi e merletti. Per l’acconciatura, invece, ci si rifà alle ragazze dai capelli cotonati come nella pubblicità di Avon Calling o quella della cipria Paglieri.
Chi si affaccia a questo mondo saltuariamente o per la prima volta, come le adolescenti, ama la freschezza, la leggerezza dei tessuti e la vivacità dei colori. Così è facile veder in giro le nuove tendenze: un abito in voille di Lavand (90 euro) con un golfino rosso Baby Angel (25 euro) e le ballerine di vernice The Flexx (60 euro); oppure la tracolla di Terranova (16 euro) e gli occhiali da gatta Piazza Italia (9 euro).