Sarà in esposizione, a partire dal 5 febbraio (fino al 25 maggio) la mostra “Giacometti. La Scultura”, presso la Galleria Borghese di Roma.
L’allestimento, organizzata dalla Galleria Borghese, curato dalla direttrice Anna Coliva, e presentata dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico sarà immerso nelle collezioni stabili della Galleria e sarà incentrata, come è ovvio dal titolo, sul grande scultore italiano su cui, grazie alla preziosa consulenza dell’esperto Christian Klemm, è stata aperta una finestra doverosa e approfondita.
L’idea ossimorica (come può essere definita) è quella di ambientare una mostra di uno dei più importanti esponenti della scultura del Novecento, in una cornice classica per eccellenza. La Villa Pinciana infatti è per eccellenza il teatro della scultura antica e moderna, dall’ispirazione greca e romana, al Neoclassicismo, passando per Rinascimento e Barocco.
L’irruzione delle opere di Giacometti in questa cornice, completa un quadro di straordinaria potenza storica e artistica. La rappresentazione onirica e surrealista della figura umana da parte di Alberto Gicometti completa in un cerchio perfetto l’evoluzione artistica di tutto l’Occidente, in una mostra che ha proprio in questo elemento il suo punto di forza.
L’esposizione è formata da 40 opere di Giacometti, tra cui le più famose sono Femme qui marche II (1936, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia), Buste de Diego (1954, Centre Pompidou, Parigi) e Femme de Venise V (1956, Collezione Privata), oltre ad un interessante insieme di disegni dell’artista che ci aiutano a capire anche il processo creativo dietro alla scultura finita.
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