Una giusta causa smuove da anni la sensibilità dell’attore americano George Clooney a recarsi presso le popolazioni sfortunate del Sudan. Pochi giorni fa per metter fine alle atrocità da lui documentate già l’anno scorso in un video ha deciso di organizzare un sit in pacifico davanti l’ambasciata del Sudan a Washington. Per poche ore lui, suo padre e il membro del Congresso Jim McGovern sono stati arrestati perché volevano denunciare le azioni brutali che il presidente del Sudan, Omar al-Bashir, compie verso la popolazione dei Nuba.
George Clooney ha voluto spiegare la sua protesta in questo modo: «Siamo qui per chiedere una semplice cosa: che gli aiuti umanitari possano raggiungere immediatamente le popolazioni del Sudan prima che si scateni una vera e propria crisi umanitaria. Inoltre chiediamo che vengano fermate immediatamente le azioni di stupro e di omicidio di donne, bambini e civili innocenti nella zona di Khartoum».
Già al congresso degli Stati uniti, l’attore aveva testimoniato la situazione delle popolazioni costrette a nascondersi nella cave per sfuggire ai bombardamenti e dopo l’arresto è riuscito ad ottenere un colloquio con Barack Obama per far in modo che la notizia si diffondesse: “Quello che cerco di fare è suscitare l’attenzione su quanto accade nel sud del Sudan. Il Congresso deve sapere. Il Presidente deve sapere. L’importante è che la notizia delle condizioni di quel Paese si diffonda. Tutti devono sapere”.
Si spera che tutto questo trambusto serva davvero a fermare guerre che poco si adeguano all’era dei geni, dell’informatica, della cultura e della tecnologia in cui viviamo.
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