Papa Francesco è intervenuto sul tema delle tasse per il mondo della Chiesa. Da parte del Pontefice è arrivata un’apertura importante all’applicazione delle imposte verso le strutture ecclesiastiche adibite ad alberghi.
Secondo Papa Francesco, se si vuole trasformare un convento in un hotel per guadagnare e mantenere alcune spese, è giusto che vengano pagate le tasse come tutti gli altri esercizi commerciali. In questo caso, infatti, non viene svolta alcun tipo di attività di carattere religioso, ma si tratta di un vero e proprio esercizio commerciale a fini di lucro.
La normativa attuale applica delle esenzioni solo per quelle strutture che fanno servizi alberghieri a titolo gratuito oppure ad un prezzo inferiore alla metà di quello della zona.
«Una scuola religiosa non le paga perché il religioso è esente dal pagarle, ma se lavora come hotel, che paghi le tasse, come qualsiasi altra persona. Sennò l’attività non è molto sana» ha commentato Papa Francesco dalle frequenze radiofoniche dell’emittente cattolica portoghese Rádio Renascença.
La questione del pagamento dell’Imu da parte delle strutture appartenenti alla Chiesa cattolica è stata a lungo dibattuta nel nostro Paese, fino a quando il Governo Monti ha deciso di applicare la tassa sugli immobili calcolandola in base alla parte di superficie dedicata ad attività di tipo commerciale.
Ferma, invece, la posizione del Pontefice sulle scuole religiose, nonostante due recenti sentenze della Corte di Cassazione abbiano imposto loro il pagamento degli arretrati Ici ed Imu.
Secondo Papa Francesco, tali istituti svolgono una funzione diversa da quella dei conventi che diventano alberghi, in quanto hanno un carattere prettamente formativo e di assistenza sociale.