Secondo uno studio recente, l’area cerebrale posta dietro i bulbi oculari può sia confermare che distorcere la realtà in base ad esperienze significative
Un nuovo studio afferma che i ricordi possono essere alterati dalle esperienze nuove e che la sede anatomica in cui ciò avviene è l’area cerebrale retrostante ai bulbi oculari.
Donna J. Bridge, una studentessa di post-dottorato presso la Scuola di Medicina dell’Università di Freinberg, ha testato la memoria di 17 soggetti assegnando loro un “compito apparentemente semplice” per misurare se la loro memoria veniva “consolidata o alterata”, ha riportato il Times.
Ai soggetti veniva fornita la posizione di dozzine di oggetti sul monitor di un computer e veniva in seguito chiesto loro di ricordare, però con uno sfondo differente, dove era stato originariamente mostrato un determinato oggetto. Dei 17 soggetti, 16 non hanno ricordato la posizione corretta.
Durante i test, l’attività cerebrale dei soggetti mostrava che il luogo corrispondente nel cervello dietro ai bulbi oculari era estremamente attivo. Stava conservando il ricordo “corretto” e confermando al contempo un nuovo ricordo “falso”.
“L’idea è che, qualunque cosa sia più importante per l’individuo in un determinato momento, l’ippocampo è responsabile del mantenimento di una rappresentazione stabile o del suo cambiamento.” ha dichiarato la Bridge.
“Sembra che una funzione fondamentale della memoria consista nel fatto che essa è strutturata per modificarsi. È strutturata per adattarsi a ciò che al momento è importante per noi.”
La Bridge ha aggiunto che lo studio risponde alla domanda del perché troviamo difficile ricordare com’era in passato qualcuno che ci è familiare.
“Penso che semplicemente non ci accorgiamo di fare sempre questo. È una pratica sottile. Quando ci imbattiamo in situazioni nuove, ambienti nuovi, usiamo il nostro passato per improntare il nostro futuro. A volte ciò significa aggiornare il nostro passato.”
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