Palazzo Reale: fino al 9 marzo è di scena Andy Warhol

E’ considerato da tutti il papà della Pop Art, forse non lo è nel senso anagrafico del termine, ma sicuramente Andy Warhol è l’artista più noto in questo stile artistico. Adesso 160 tra le sue opere più famose verranno esposte a Palazzo Reale dal 24 ottobre 2013 al 9 marzo 2014, dalle celebri collezioni di Peter Brant, Marilyn e Mao, alle bottiglie di Coca Cola, fino alla riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo.

Peter Brant, tra coloro che hanno contribuito all’allestimento della mostra e amico, cultore e collezionista di Warhol, ha dichiarato al gallerista Tony Shafrazi: “I grandi artisti sono un po’ come i campioni di baseball agli occhi di un tredicenne: tutto quello che fanno è giusto. Quando si entra in rapporti di amicizia con loro, li si giudica per qualità diverse da quelle professionali”.

La mostra è la seconda tranche dell’Autunno Americano, e come detto presenterà 160 opere del grande artista newyorkese di adozione. A curare la mostra ci sono lo stesso Brant e Francesco Bonami, che con l’esposizione ci raccontano come Andrew Warhola Jr sia diventado Andy Warhol, l’artista che più di ogni altro ha influenzato la vita e la comunicazione del Novecento attraverso la rivoluzione artistica trans-mediale da lui messa in atto.

La mostra sarà abbastanza “ovvia”: le Marilyn, i barattolini di zuppa Campbell’s, i Mao e i Basquiat, le lattine di Coca Cola, gli autoritratti, tutti i lavori più famosi nell’arco del suo trentennio mostra warholmaggiormente produttivo. Ma non solo. Non tutti sanno che in occasione del suo soggiorno milanese nel 1987, poco prima di morire, Warhol realizzò una specie di remake dell’Ultima cena di Leonardo, un’opera immensa che desta parecchie emozioni.

Ma è su una nota intima e personale che Brant vuole condurre la mostra dedicata all’amico: “Andy era una persona straordinaria, era capace di condizionare chiuque lo incontrasse, insegnava molte cose. Era molto religioso, serio, silenzioso, un uomo normale, lontano dall’immagine del genio drogato della Pop Art che è passata alla storia”.