“L’ho incontrato una sola volta, era il 1983 e avevo 14 anni eravamo al teatro Politeama e lui venne a Napoli per inaugurare una mostra di suoi quadri e per un concerto dopo l’abbandono dalle scene e la scelta di isolarsi: quel giorno capii da dove veniva il neapolitan power”.
A parlare è Sal Da Vinci, uno degli artisti napoletani che più di ogni altro è riuscito a variare e impreziosire il suo percorso musicale, con grandi collaborazioni e uno studio della musica e delle melodie storiche napoletane, famose in tutto il mondo. Ma quello che ci interessa è il soggetto del suo breve incontro, Renato Carosone, l’americano di Napoli che ancora oggi è famoso in tutto il mondo.
Proprio a Sal Da Vinci è spettato il compito di portare, prima al Politeama, e poi per un impegnativo tour in tutta Italia, le melodia di Carosone, rivisitate in stile quasi elettronico, per fa ballare anche i più giovani. Rivisitazioni, filmati d’epoca e musica. Il musical “Carosone, l’americano di Napoli” va in scena stasera al Teatro Diana di Napoli, scritto da Federico Vacalebre e interpretato, come detto a Da Vinci.
Eppure se ora si dovesse parlare di neomelodici si storcerebbe il naso. Ma Carosone non lo era, o meglio era molto di più: era indissolubilmente legato alla sua amata Napoli, ma allo stesso tempo aveva un tocco magico, un profilo internazionale che gli ha permesso, negli anni ’40, di esportare la melodia napoletana in tutto il mondo. Dopotutto risale solo alla scorsa estate il tormentone We know speak americano del duo australiano degli Yolanda Be Cool, omaggio e rilettura dance di Tu vuò fa’ l’americano.
Esce sempre oggi, 10 ottobre, il CD della colonna sonora dello spettacolo, in attesa della realizzazione di un DVD arricchito dal video e da preziosi contenuti inediti relativi al lavoro e all’arte di Carosone.