Sarà approvato oggi il DL occupazione, “in attesa dell’adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020“. Sono 1,3 miliardi di euro quelli che il governo è riuscito a mettere in circolo per far fronte all’emergenza lavoro.
Di questi 1,3 miliardi, 794 milioni saranno destinati alla stabilizzazione dei giovani ricadenti nella fascia d’età 18-29 anni. Così come avevano anticipato dal governo, queste risorse saranno destinate in larga parte alle Regioni del Sud dove il problema della disoccupazione arriva a livelli drammatici. Questo escludeva di fatto le altre regioni italiane, che non hanno esitato ad esprimere le loro lamentele. Sono stati recuperati, quindi, altri 300 milioni in modo da estendere i benefici anche al Centro-Nord.
Questa la ripartizione: 500 milioni andranno alle Regioni del Mezzogiorno (100 mln per il 2013, 150 per il 2014, 150 per il 2015 e 100 per il 2016), il resto al Centro-Nord.
Il miliardo di euro per le assunzioni al Sud è stato reperito sia da fonti nazionali che europee; nel dettaglio la quota destinata al Sud proviene dai fondi strutturali europei per il periodo 2007 – 2013, mentre i 300 milioni recuperati in un secondo momento, sono finanziamenti nazionali.
Sono ben 10 i punti del Decreto Legge, dagli incentivi per le nuove assunzioni, al rinvio dell’aumento dell’Iva, agli ammortizzatori sociali in deroga e fondi di garanzia per giovani. Allettante per i datori di lavoro è l’incentivo spettante sotto forma di decontribuzione, per ogni lavoratore, under 30, assunto a tempo indeterminato, fino ad un massimo di 650 euro al mese.
E già qui scattano le prime polemiche. I requisiti per accedere al bonus sono molto stringenti: “L’assunzione di cui al comma 1 deve riguardare lavoratori, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, che rientrino in una delle seguenti condizioni: a) siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; b) siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; c) vivano soli con una o più persone a carico.” Gli esperti di lavoro, consulenti e professionisti, si stanno esprimendo in merito in queste ore. La stragrande maggioranza dei giovani, soprattutto al Sud, vive ancora a casa con i genitori (escluso il requisito c), vista la difficoltà a trovare lavoro si tende a proseguire gli studi, molto spesso ci si iscrive anche all’università non avendo alternative (escluso il requisito b), infine, a meno che non lavorino a nero, col boom dei Call-Center, i pochi “fortunati”, sono assicurati e retribuiti, anche se precari.
Sebbene le soluzioni siano perfettibili, da qualche parte bisognava cominciare. Il pacchetto lavoro è solo il primo passo per contrastare la grossa problematica della disoccupazione italiana che ha creato, e continua a creare, non poche vittime.
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