In base a molti eminenti pareri, la depressione è il male del secolo. Infida e strisciante si annida dove non ce lo aspettiamo e colpisce inesorabile, soprattutto perché in diversi casi è sottovalutata o addirittura non diagnosticata.
Arriva ora dagli Stati Uniti un maxi-studio che si concentra proprio sul questo terribile male e sulle sostanze che favoriscono o inibiscono il suo insorgere.
Ad essere messe sotto accusa sono le bevande gassate, soprattutto se “diet” che aumenterebbero il rischio di depressione dal 30 al 38 %; mentre a venire promosso a pieni voti, strano a dirlo, è il caffè espresso, che invece diminuirebbe il rischio addirittura del 10%.
Tali risultati, raggiunti su un campione di circa 250mila persone, sono ancora provvisori e verranno discussi al prossimo congresso della American Academy of Neurology, che si svolgerà a San Diego il prossimo marzo.
La ricerca si è protratta per circa 10 anni, concentrandosi su 263.925 persone trai 50 e i 71 anni. Monitorando il consumo di bibite gassate, dolcificate, tè e caffè, sono stati diagnosticati circa 11mila casi di depressione trai partecipanti.
Queste diagnosi, incrociate con i dati relativi alle quantità di sostanze consumate, hanno dato le percentuali sopra indicate e mettendo di conseguenza sotto accusa le bibite gassate.
La ricerca si colloca nella scia di quegli studi che mirano a trovare cure sempre più efficaci contro un male, quasi una piaga, che riduce l’essere umano a non essere più tale, svilendolo nella sua dignità e nella sua tessa umanità.