L’ansia è una sensazione che in qualche modo accompagna la vita di tutti gli uomini. Chi nel corso della sua vita non l’ha provata almeno una volta, magari al momento di prendere una decisione oppure nell’attesa di un evento importante?
Esistono due tipi di ansia, una buona, l’altra cattiva, patologica.
L’ansia buona, naturale, è una sensazione che riveste una funzione positiva, importante perché crea motivazione, porta a migliorarsi ed a far meglio. E’ questo il caso dell’ansia avvertita dallo studente che lo spinge a studiare, prima di un esame, fino alle ultime ore.
Esiste anche un’ansia felice, quando, a farci stare in tensione è il desiderio che le cose accadano presto: l’attesa di un evento gioioso o l’attesa di rivedere una persona cara.
L’ansia, dunque, quando non supera certi livelli, ha una sua importante utilità in quanto serve a mobilitare le risorse personali e ci aiuta ad affrontare nel modo più efficace eventi e situazioni difficili.
Quando l’ansia diventa patologica? Lo diventa quando raggiunge un’intensità ed una frequenza tali da provocare disagi e sofferenze che turbano l’armonico svolgimento della vita. Ci si sente in balia di un qualcosa che ci domina, che è più forte di noi, che condiziona fortemente i nostri comportamenti e ci si sente inadeguati ad affrontare le varie situazioni. Ed ecco comparire la tensione, nervosismo, insonnia, preoccupazione eccessiva per sé e per gli altri, facilità al pianto.
Spesso nella vita di tutti i giorni ci sforziamo di essere un modello per gli altri, di accontentare tutte le richieste che ci vengono fatte da chi ci sta vicino, una persona sulla quale poter contare. Ma quando tutto questo ci allontana dai nostri bisogni e desideri, quando ci ritroviamo a fare ciò che si deve e non ciò che si vuole, ecco allora che il nostro corpo si ribella attraverso il suo naturale sistema d’allarme, l’ansia.
Accogliamola, dunque, come un consiglio, una modalità con la quale il cervello ci avverte che qualcosa che non va e deve essere affrontato. Impariamo ad essere noi stessi, con i nostri limiti e le nostre imperfezioni.
Abbandoniamo l’idea della perfezione ma riconosciamoci come esseri “perfettibili”, diamo più spazio ai nostri desideri ed ai nostri bisogni; impariamo a guardare dentro noi stessi e ad ascoltarci di più, diamoci la possibilità di poter migliorare il nostro vivere!