Reazioni psicologiche in situazioni d’emergenza: cosa fare?

Le notizie di cronaca degli ultimi tempi hanno contribuito a mettere in evidenza come gli individui, di fronte a catastrofi naturali, attentati o incidenti, siano disorientati, inermi, incapaci di soluzioni. La riflessione clinica che ne deriva nasce dalla considerazione dell’intensità del trauma: più il trauma è intrusivo maggiore sarà l’impatto emotivo e fisico sulla persona e maggiore sarà la necessità di interventi ad ampio spettro.

L’attenzione al trauma psichico trova la sua motivazione nel fatto che, a seguito di un evento traumatico, può comparire nella persona un quadro psicopatologico tale da danneggiare profondamente la qualità della vita del soggetto. Questi stati psichici, infatti, per la loro natura spesso progressiva e invalidante, possono determinare un marcato effetto destabilizzante sia del modo di essere, di sentire e di agire del soggetto, sia della sua capacità di far fronte alle richieste della vita.

reazioni psicologicheIl traumatizzato è colpito da problemi che colpiscono la sfera emotiva e cognitiva, problemi noti con il termine Disturbo post-traumatico da stress (DPTS); i sintomi classici più visibili in queste circostanza sono: ipervigilanza, ipersensibilità, ricordi ricorrenti e intrusivi dell’evento, incubi, stress psicologico intenso, comportamenti di fuga, sintomi di depressione compresi disturbi del sonno, dell’appetito e irritabilità. Le sensazioni sono angoscianti, il futuro sembra quasi inesistente, vi è una perdita di interesse nelle attività abituali e una diffusa sensazione di smarrimento.

Di fronte a eventi critici, specie se di notevole capacità psicolesiva, possiamo rilevare differenti modalità di reazioni, differenti per intensità e tipo di manifestazioni: reazioni di tolleranza, reazioni differite, reazioni iperemotive brevi, risposte a carattere dissociativo.

La prima manovra utile per aiutare noi stessi in circostanze in cui eventi particolarmente critici ci investono, è prestare attenzione ai nostri livelli di tolleranza di queste situazioni. Ciò significa comprendere quali sono i livelli di esposizione agli stimoli che riusciamo a tollerare, senza che la nostra vulnerabilità e la nostra labilità vengono scatenate. Questa auto osservazione è necessaria se siamo a conoscenza di nostri fattori di personalità che potrebbero avere un ruolo predisponente, scatenante o aggravante di un eventuale stato di scompenso fisico.

reazioni emergenzaParticolarmente importante per la tutela del nostro equilibrio psichico è cercare di prevenire il contagio psichico marcato, condizione in cui un elemento esterno riesce a plasmare negativamente il nostro pensiero, le nostre emozioni ed il nostro comportamento, coinvolgendoci in una data situazione più del dovuto. Fondamentale, ai fini del recupero e della salvaguardia dell’equilibrio, che la persona:

 

  • Ampli e consolidi la sua rete supportiva, ossia che aumenti le sue occasioni di attività e rapporti umani gratificanti, rassicuranti e confortanti e quindi di sostegno;
  • Si coinvolga il più possibile in un’atmosfera solidaristica contrassegnata da condivisione e comprensione;
  • Riduca l’insieme degli elementi e delle situazioni che gravano su di lui e a cui deve far fronte.

 

Quando quello che noi stessi possiamo fare per tutelare e recuperare il nostro equilibrio in situazioni critiche non basta più, è il momento di ricorrere all’aiuto di uno specialista. Lo psicologo, lo psicoterapeuta, lo psichiatra, avendo conoscenza dei meccanismi e dei fenomeni psichici che si determinano in queste situazioni, sapranno indicare gli atteggiamenti più opportuni da assumere e gli eventuali interventi necessari per recuperare la condizione psichica originaria o comunque migliore possibile.