Spesso vedo in giro bambini abbigliati in maniera poco consona alla loro età e proprio in uno dei miei ultimi articoli spiegavo come la moda junior, quest’anno, si rifacesse troppo a quella degli adulti tanto da dimenticarne i colori.
Come fare affinché i nostri piccoli un domani diventino eleganti non solo nel parlare ma anche nel vestire?
Tutti i genitori vorrebbero per i propri figli una carriera brillante e il modo di vestire fa parte del pacchetto. Educare al buon gusto per un adulto significa impegnarsi ad insegnare al piccino qual è l’abito giusto per i vari periodi di crescita.
Nella tenera età dai 0 ai 36 mesi è la mamma che sceglie per il figlio e questo intervallo può allungarsi fino ai 5-6 anni per i maschietti, mentre per le femminucce già a 4 anni è il momento di fare shopping “da sole”.
La mamma nel momento dell’acquisto diventa trasparente, la piccola comincia a prendere il sopravvento piantando grane assurde pur di avere la gonnellina o la maglietta desiderata. Il problema, quindi, va affrontato a monte ancor prima di entrare nel negozio, con frasi del tipo: “amore, stiamo andando a comprare un vestito per uscire, se vuoi tu puoi scegliere il colore e la mamma sceglie il modello, che ne dici?” oppure “andiamo in giro a vedere gli abiti nuovi per te, ma prima di comprarli dobbiamo vedere almeno cinque negozi per esser sicuri che il tuo vestitino sia il più bello”.
Sono frasi da modificare all’occorrenza ma che mettono il piccolo in condizioni di aver un ruolo nella scelta e lasciano a voi il controllo della situazione.
Il buon gusto nel suo significato più generico del termine comprende anche la capacità di vestirsi in base all’occasione. Se si va a scuola si indossa il grembiule o la tuta da ginnastica, se si esce con mamma e papà ci si può divertire un po’ di più con abiti carini. E’ impensabile metter in un giorno qualsiasi, l’abito di carnevale da principessa, solo perché la sera prima si è visto il cartone di Cenerentola.
Per il bambino, incaponirsi di prima mattina perché si vuole un abito piuttosto che un altro sortisce un effetto positivo sul genitore che, non volendo discutere appena sveglio, accontenta il figlio nei suoi capricci. Sbagliatissimo! Occorre tener duro in qualsiasi situazione, soprattutto quando si tratta di ricorrenze importanti come comunione o cresima. Non promettete a vostro figlio di esser il più bello tra tutti se poi la chiesa prevede l’utilizzo del saio per concentrar l’attenzione sul sacramento e non sull’abito.
Con questo esempio, consiglio a tutte le mamme di non sminuire gli avvenimenti importanti ma neanche ingigantirli. Ciò che indossiamo è la proiezione della nostra personalità e, nel caso di figli piccoli, ciò che i genitori vorrebbero per loro.