Gennaio 2013, da un punto di vista cinematografico, continua a riservare meravigliose sorprese al pubblico di amanti della settima arte.
Dopo il trionfo di Ben Affleck ai Golden Globe andiamo a vedere cosa ci riserva questa settimana, tra ciò che è assolutamente da vedere e ciò che invece è meglio lasciar perdere. E cominciamo subito da questa seconda categoria, in cui spiccano Rec 3 – la genesi e Ghost Movie. Il primo è il terzo capitolo della saga di Rec, franchise spagnolo arrivato al cinema qualche anno fa con grande favore della critica per l’innovazione narrativa e tecnica che proponeva.
Quando però l’effetto sorpresa si è sgonfiato, siamo rimasti con un altro franchise un po’ banalotto che continuerà ad andare avanti ad oltranza. Ghost Movie, invece, sulla scia di Scary Movie, è un film parodia degli ultimi horror visti al cinema. Come nel precedente caso, anche qui, da un’idea che era partita con il piede giusto, si è sprofondati in un baratro di banalità e volgarità senza fine.
Piccola parentesi europea in un cartellone che vede solo titoli americani, arriva al cinema l’ultimo film di Olivier Assayas, Qualcosa nell’aria, racconto nostalgico e giovanile della Parigi degli anni ’70. Dopo essere scampati alla fine del mondo, prevista per lo scorso 21 dicembre, scherziamoci su con la commedia con Keira Knightley e Steve Carrell Cercasi Amore per la fine del mondo: in cui mentre un asteroide si avvicina alla Terra per distruggerla, una ragazza aiuta un amico a ri-trovare l’amore della sua vita.
Ma veniamo adesso ai veri pezzi da novanta di questa settimana che vede scontrarsi Quentin Tarantino e Tim Burton, due degli autori moderni che più di tutti hanno uno stile ben definito e uno zoccolo duro di fan, anzi seguaci, che non vedono l’ora di andare in sala a godere dell’ultima fatica del loro regista preferito.
Tarantino arriva al cinema con Django Unchained, la storia di uno schiavo liberato che, insieme ad un cacciatore di taglie, cerca di strappare dalle grinfie di un terribile schiavista la sua adorata moglie. Il film è il primo western di Tarantino in senso stretto, dopo tante citazioni e riferimenti agli spaghetti western di Sergio Leone, finalmente il regista ha preso il toro per le corna, realizzando un film tutto suo, pieno di sangue, violenza e citazioni; ma con uno spirito personale che fino ad ora si era visto solo in Bastardi Senza Gloria.
All’efferatezza tarantiniana si contrappone la delicatezza malinconica di Tim Burton, che porta al cinema un’idea risalente all’inizio della sua carriera cinematografica. Con Frankenweenie, in animazione stop-motion, il regista rilegge la storia di Frankenstein e racconta di Victor, che riporta in vita il suo cagnolino Sparky grazie alla potenza dei fulmini.
Un nostalgico bianco e nero, una storia dolce e malinconica, la purezza dell’infanzia e l’amore per il macabro fanno di Frankenweenie un film assolutamente da vedere in cui dopo tanto tempo Tim Burton torna a mostrare la sua grande vena poetica.